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I legali di Rocchi e Carraro: «Il club non ha commesso illeciti». Accolta la testimonianza di Tombolini

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Quello del processo d'appello, quello di calciopoli. La Lazio partiva da B e meno sette, dal macigno lanciato dalla sentenza Caf. E la rete più importante l'ha segnata la Corte Federale, annuendo, dicendo «sì», un «sì» sospirato e atteso alla richiesta di ammissione della deposizione di Tombolini. Che non sarà un elemento decisivo ma è certamente un segnale distensivo ritenuto «importante» dai legali. Non c'è l'illusione che questo fattore, da solo, possa cambiare il vento del processo. Quello sembra cambiato a prescindere, nonostante non sia invece stata ammessa la deposizione del giudice Ferri davanti al Csm (che verrà accettata solo in caso di produzione della deposizione originale e non di articoli e stralci). Perché oltre alla difesa laziale, portata avanti da Ugo Longo, ex presidente e tifoso doc, sono arrivate anche le testimonianze del legale dell'arbitro Rocchi, tirato in ballo per la chiacchierata partita con il Chievo nuovamente citata da Palazzi, e quella del prof. Verde, avvocato di Carraro. La Lazio ha deciso di schierarsi proprio con l'ex presidente della Figc. Una difesa strenua, a spada tratta, Per dimostrare che quei contatti, gli stessi contestati per la sfida con il Brescia, erano leciti. Protesta e richiesta di tutela, non certamente tentativo di alterare la gara. A tal proposito sono stati portati anche i verbali inviati alla Lega dagli altri club, che contestavano i designatori arbitrali e venivano rimbalzati direttamente alla Figc. Quindi un percorso lineare, trasparente, richiesto dallo stesso Carraro, che è stato invece condannato a 4 anni e 6 mesi per l'illecito. Come Lotito (3 anni e 6 mesi) e la Lazio. Smontare quel castello di accuse oggi sembra meno arduo, la Lazio rivuole la A, come ha spiegato in un accorato intervento fiume l'avvocato Longo. «Credo che debba essere modificata la sentenza della Caf perchè è errata. Si signori, è errata, va eliminata la sanzione inflitta e riteniamo di dover essere prosciolti, e non per un ragionevole dubbio, anche perchè qui non c'è nemmeno un dubbio da formulare. Sono convinto che la Corte Federale rimedierà a errori compiuti dalla Caf. Qui la posizione della Lazio è semplice - ha premesso Longo -, non è stato fatto, tentato, né mai pensato alcun illecito. La telefonata di Carraro - ha aggiunto - è così chiara che non si capisce da dove si possa pensare a un illecito. Il presidente della Federcalcio chiama il designatore e dice perentoriamente: se Brescia è più forte che vinca, per carità, ma non commettiamo errori. Cosa significa secondo voi quella telefonata di Carraro? Per me una cosa sola - ha ripreso Longo -, ossia la preoccupazione di un dirigente che chiama il suo sottoposto e si raccomanda affinché non ci siano più errori. È così chiara anche la telefonata a Tombolini - ha puntualizzato Longo -, non è che chiama l'arbitro e gli dice di favorire la Lazio, gli dice che è una partita delicata e si raccomanda di stare attento perchè a Roma c'è un ambiente bollente, visto quello che era successo tre giorni a Reggio Calabria. Senza pensare a Chievo-Lazio, pure qui c'è la telefonata tra Mazzini e Lotito. Signori, ma qui stiamo parlando di due personaggi particolari. Uno, Mazzini, è un Benigni che ha la barba, mentre Lotito è uno che è appena arrivato e vuole cambiare il calcio. Il tono di queste chiamate è particolare e ironico. Quando si dice - ha proseguito Longo - "puoi dormire sonni tranquilli", Mazzini, che è il vice-presidente della Figc, non sa neanche chi è l'arbitro». Oggi pomeriggio toccherà all'avvocato Gentile, che difenderà Lotito e insisterà sull'eccezione sollevata in merito alla nomina dei giudici-Caf. Si cercherà di inserire anche la parte dell'intercettazione «se il Brescia è più forte che vinca», omessa da Palazzi e dalla Caf. A chiudere il dibattimento sarà invece Siniscalchi: sarà lui a sferrare l'ultimo assalto, per far derubricare l'articolo 6 ad articolo 1 o 9. E per far rivedere la serie A alla Lazio. Lo

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