di SIMONE PIERETTI TUTTI in piedi, entra la Corte.
Con i quattro clubs, ci saranno anche tesserati ed ex tesserati che hanno presentato ricorso dopo la prima sentenza della Caf. Improbabile che la Corte federale possa ribaltare in maniera significativa i verdetti espressi il 14 luglio dal giudice Cesare Ruperto. Tuttavia le società sembrano più agguerrite che mai. La Juventus non ha ritenuto congrua la pena di retrocessione, soprattutto per quei trenta punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato. Se anche in secondo gradoil giudizio dovesse essere il medesimo, scontato il ricorso alla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni prima di presentare ricorso al Tar. Sarebbe lo stesso percorso che potrebbero fare anche le altre tre società condannate. Milan, Lazio e Fiorentina hanno la convinzione di essere state stangate, e per questo, se non riterranno equo il giudizio di secondo grado seguiranno lo stesso percorso dei bianconeri. Difficile fare delle ipotesi: da una parte ci sono i club che pretendono una riduzione della pena, dall'altra il procuratore Stefano Palazzi che, sconfitto anch'esso, ha presentato ricorso contro tutte le decisioni prese dalla Caf riguardanti le quattro società. Il capo della Procura federale ha impinguato il fascicolo a carico delle quattro squadre cercando di appesantirne la posizione davanti alla Corte. La sentenza di primo grado ha scontentato anche l'accusatore di Calciopoli che si è visto rispedire al mittente diverse richieste. Palazzi aveva chiesto la retrocessione in serie C per la Juventus tramutata dalla sentenza in una serie B con penalizzazione. Aveva chiesto la retrocessione del Milan in serie B. Risultato: Milan in serie A con 15 punti di penalizzazione che potrà andare in giro per l'Europa disputando la coppa Uefa. Stangata anche su Lazio - aveva chiesto la retrocessione in serie B ed una penalizzazione di quindici punti - e Fiorentina con la medesima richiesta dei laziali. Anche queste istanze del procuratore napoletano erano state ritenute eccessivamente pesanti dalla Caf, che in sede di giudizio aveva usato un parametro più morbido. Si inizierà alle ore 9: insieme al presidente Sandulli saranno presenti in aula gli altri quattro componenti, ovvero Mario Serio, Silvio Traversa, Salvatore Catalano e Mario Sanino. La Corte sarà chiamata a fornire un'interpretazione delle norme ed, eventualmente, a dirimere i conflitti di attribuzione degli organi federali. Gli avvocati non potranno portare prove per rafforzare la tesi difensiva, ancora incertezza (il collegio sembra orientato verso il «no») sull'acquisizione da parte del collegio giudicante, di nuovi atti come alcuni - società Lazio in primis - avevano richiesto. La giornata di oggi sarà dedicata alle eccezioni che i vari legali di parte discuteranno in aula. Così Sandulli: «Prima di un esame non studiavo, stavolta i ricorsi ci hanno fatto sudare. Ma siamo pronti». Poi si partirà con il dibattimento. Entro domani sera si potrebbe riunire la Camera di Consiglio che dovrebbe emettere il proprio verdetto nella giornata di lunedì. Sandulli prende tempo, «forse ci sarà bisogno di sei giorni». I legali chiuderanno un occhio sull'avviso di convocazione arrivato solo giovedì sera. Sperano nella clemenza della corte.