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Lazio, tifosi da Veltroni. Il club cala l'asso per la difesa

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E la Roma biancoceleste attende l'appello con l'augurio che possa ribaltare quel macigno arrivato dalla Caf a tarpare le ambizioni del club: serie B e 7 punti di penalizzazione. La società rivuole la A, a pieno titolo. Un solo illecito contestato, quello per la sfida con il Brescia, che alla vigilia del dibattimento sembrava quasi un elemento accessorio inserito dall'accusa per rendere più drammatico lo scenario. Non c'è una telefonata diretta tra Lotito e Carraro a giustificare la sentenza, c'è semmai la deposizione di Tombolini che conferma quanto emerso anche dalle intercettazioni e nei colloqui tra l'arbitro e l'ex designatore Bergamo. Il club si dovrà in realtà difendere su tutte le sfide entrate nel calderone: quindi anche Chievo, su espressa richiesta di Palazzi, e poi Bologna e Parma. Il pool di legali, da Siniscalchi a Gentile, passando per Longo, Pulici e Viglione, nelle ultime ha scovato altre ragioni per capovolgere il verdetto di Ruperto. Si parte dall'intercettazione datata 7 maggio 2005, quella in cui Mazzini, nell'ennesimo contatto con Lotito, gli parla dell'arbitro della sfida con l'Udinese all'Olimpico (quindi a sorteggio avvenuto) con un'espressione colorita: «Lo sai dove è nato il fischiettatore tuo? A Loreto...che la Madonna lo illumini. Tu avrai la Madonna che ti aiuta». Ironia della sorte, il «fischiettatore» di quella partita fu proprio Tombolini (la Lazio perse 3 partite su 4 con lui in quella stagione) e la gara si concluse 1-0 per i friulani. Lo stesso spartito dialettico fu usato da Mazzini prima della sfida con il Chievo, entrata nel mirino degli inquirenti perché vinta dai biancocelesti per 1-0. Nessun nesso logico esiste però tra i colloqui dei due e le designazioni, in qualche caso addirittura già stabilite nel momento dei colloqui «incriminati». Presumibile, quindi, attribuire a semplice «millanteria» i contenuti delle intercettazioni. L'altra svolta è legata ad alcune lettere di proteste di diversi club nei confronti dei designatori, uscite allo scoperto dopo il giudizio di primo grado. La Lazio le ha acquisite per dimostrare come quello della protesta fosse un vezzo comune praticamente a tutti (ci sono lettere anche di alcuni club di B): le missive erano spedite anche alla Lega, che rispondeva cortesemente di smistarle alla Figc per competenza. Il percorso quindi ufficializzato dalla deposizione di Carraro e perseguito dalla Lazio. Oggi, come annunciato nei giorni scorsi, gli Irriducibili, si ritroverà in Campidoglio per un sit-in finalizzato all'incontro con il sindaco Veltroni. «Sarà una manifestazione civile - sostengono i tifosi biancocelesti attraverso uno dei leader della Nord Toffolo -, anche perché, pur sapendo che è un discorso un po' utopistico, vogliamo far capire che non è giusto che debba pagare un'intera tifoseria per un errore del presidente. Poi basta parlare di estorsioni, vogliamo solo il bene della Lazio». Sull'argomento si è espresso anche il vicepresidente della Commissione Sport del Comune, Alessandro Cochi. «In Campidoglio per difendere la Lazio. È sotto gli occhi di tutti che non si è verificato nessun contatto diretto tra la Lazio e gli arbitri e i guardalinee delle partite oggetto di indagine, i quali sono stati addirittura prosciolti con formula piena. Cosa che deve essere per forza rivista in questa fase di appello». Cochi proporrà al Comune di affiancare la Lazio in sede di eventuale ricorso al Tar.

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