La Juve punta solo sulla B e vuole l'ultimo scudetto
Su questi punti ruota il reclamo presentato dallo staff legale della società bianconera. Il documento, per alleggerire la posizione dell'ex dg (associato alla figura di Meani), cita proprio un passo della sentenza di primo grado. La Juventus chiede un affievolimento della condanna e, quanto meno, la conferma del titolo conquistato nella stagione 2005-06. Nel documento, lungo otto pagine e firmato dall'avvocato Cesare Zaccone, si osserva che la non assegnazione dello scudetto 2005-06 «non ha giustificazione alcuna e non è motivata», perché quel campionato «è privo di qualunque irregolarità» e «non vi è alcuna contestazione in proposito». Già per quel che riguarda il 2004-05, secondo il legale, «non vi sono state partite alterate nel loro svolgimento e non vi è stata alcuna dimostrazione del conseguimento di un vantaggio in classifica». Perché allora - ci si domanda - è stata irrogata «la sanzione della non assegnazione dello scudetto per il campionato 2005-06, rispetto al quale non esiste alcuna prova di irregolarità?. E perché - continua il reclamo - aggiungere alla sanzione molto affittiva della revoca dello scudetto 2004-05 (che è la sanzione più grave prevista dall'ordinamento, come osserva Zaccone - ndr) la retrocessione in serie B e una penalizzazione che equivale in sostanza a una retrocessione in serie C?». La Juventus, in sintesi, chiede che la sanzione venga «determinata in maniera coerente» e quindi ridotta «di gran lunga», visto che la stessa sentenza «ha di molto ridimensionato le costruzioni accusatorie dell'ufficio indagini e della procura federale». Anche Antonio Giraudo ha presentato il suo ricorso. L'ex dirigente ricorda di non ha mai influito direttamente o indirettamente sugli arbitraggi e quindi chiede di essere assolto dall'accusa di illecito sportivo: questo il contenuto del reclamo presentato contro la sentenza della Caf. Nel documento, siglato dall'avvocato Luigi Chiappero, viene spiegato che a Giraudo sono rimproverati dei contatti (avvenuti per lo più durante «cene conviviali») con i designatori arbitrali, ma «dall'assenza di successivi contatti tra designatori e arbitri si ricava la prova che l'oggetto dei colloqui fra il dirigente e il designatore o non riguardava le gare (come sostiene questa difesa) o, se così fosse stato, si trattava di richieste tendenti a ottenere non arbitri favorevoli ma direttori di gara che dessero sul piano della professionalità la massima garanzia». Come prova, tra l'altro, viene presentato l'elenco dei rapporti degli osservatori arbitrali stilato in occasione di numerose partite giocate dalla Juventus nel campionato 2004-05: i giudizi sulle prestazioni dei direttori di gara sono nella quasi totalità dei casi positivi e non lasciano intravedere errori in favore dei bianconeri. Nel reclamo sono citati anche i passi delle audizioni degli arbitri ascoltati dall'ufficio indagini e successivamente assolti dalla Commissione: tutti hanno affermato di non essere mai stati condizionati nel loro operato. Arbitri e segnalinee, complessivamente, hanno diretto 28 gare della Juventus su cui - è la tesi di Chiappero - non ci sono sospetti.