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L'OSSERVATORIO

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Per il «giovane» una partenza tutt'altro che agevole

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Il sorteggio dei gironi sembrava avere regalato relativa tranquillità, Italia e Francia, ancora non consapevoli del loro ruolo in Germania, strafavorite per il passaggio del turno, ma adesso è d'obbligo tener conto anche dell'Ucraina, bene o male tra le prime otto del mondo prima di imbattersi nei felicemente ispirati nostri moschettieri. In vacanza Marcello Lippi, cui la guida di un club importante assicurerebbe più roseo avvenire in chiave economica, è già ufficialmente al lavoro Roberto Donadoni, il quale nel suo recente mestiere ha raccolto una stima che va al di là della dovuta umana solidarietà nell'allucinante vicenda che lo ha contrapposto all'umorale Spinelli. Mestiere, ho detto, riferito però alla capacità di guidare, e addestrare, una squadra di club: giocatori a disposizione per undici mesi l'anno, un lavoro paziente e programmato su uomini ben conosciuti nei loro aspetti tecnici e anche caratteriali, con la possibilità di limarne i difetti ed esaltarne i pregi, con tutto il tempo a disposizione. Arrigo Sacchi, che Donadoni certamente annovera tra i suoi ispiratori, ha dovuto sperimentare sulla propria pelle quanto il ruolo di selezionatore pretenda altre qualità e altri sistemi di avvicinamento alle gare. Intelligente e preparato, il nuovo responsabile azzurro si trova a fronteggiare compiti ed esigenze fin qui ignorati, con l'handicap di una partrenza a ostacoli. Infatti, senza voler guardare a traguardi lontani come i Mondiali del Sudafrica, nei quali pochi dei campioni in carica potranno rispondere all'appello per imposizioni anagrafiche, le qualificazioni europee propongono due impegni vicini, nella prima settimana di settembre, ai quali la Nazionale potrebbe arrivare senza che i suoi alfieri abbiano ancora affrontato un solo impegno ufficiale, una volta accettato come inevitabile lo slittamento dei campionati. Altre grane: la possibilità che i trasferimenti all'estero di giocatori di prima schiera ostacolino il normale lavoro di preparazione, e anche i dubbi sulla disponibilità di Francesco Totti, che però dovrebbe decidere di privilegiare ancora l'azzurro. Avrà bisogno, Donadoni, di molta affettuosa comprensione e anche di un po' di fortuna: a cominciare da quando, il 6 settembre a Parigi, gli stizzosi francesi pretenderanno la rivincita della finale berlinese, quattro giorni dopo che avremo affrontato la Lituania. E ai primi di ottobre gli ucraini, altra voglia di rivincita con la quale fare i conti. Tanti auguri.

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