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di FABRIZIO MARCHETTI L'APPELLO si avvicina e le società studiano la controffensiva per rispondere al verdetto di Ruperto.

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Il club è convinto di poter dimostrare che non è stata messa in atto alcuna condotta illecita. Quindi nel corposo dossier sono contenute tutte le ragioni tese a dimostrare l'assioma-cardine: Lotito non ha mai chiesto favori, semmai ha protestato dopo la nefasta trasferta di Reggio Calabria, dopo lo show di Foti nello spogliatoio e i provvedimenti disciplinari a carico di Martino, Oddo e Papadopulo. Per quanto riguarda l'illecito, la Lazio si sente estranea, nel senso che, ove venisse ravvisato, sarebbe stata comunque inconsapevole. Il club ha avanzato una protesta in base al codice comportamentale chiesto da Carraro (poca pubblicità mediatica per non compromettere ulteriormente l'immagine della classe arbitrale) dopo quell'incredibile partita sullo Stretto. Poi, alla vigilia della sfida con il Brescia, si sono attivati gli altri personaggi: Carraro con Bergamo e Bergamo con Tombolini. La Lazio si sente quindi al riparo dalla pesante contestazione, ha chiesto semmai tutela come evidenzia uno stralcio del colloquio Carraro-Bergamo («se vede vincere il Brescia perché è più forte, che vinca...»). Quindi, nel caso in cui la Corte Federale dovesse insistere sulla linea tracciata da Ruperto, si potrebbe parlare di responsabilità presunta, che farebbe scattare, al limite, semplicemente l'articolo 9, che prevederebbe una penalizzazione in A. Sul testo della memoria, per il club, hanno lavorato l'avvocato Fabio Viglione e Felice Pulici, a stretto contatto con l'avvocato Siniscalchi, Gentile e Ugo Longo (i cinque firmatari per il club). Nelle prossime ore si aggiungerà il corollario difensivo in riferimento alla sfida col Chievo, tirata nuovamente in ballo da Palazzi. La Lazio non ha rinunciato alle eccezioni formali già presentate in prima istanza e ha messo in luce la disparità di trattamento con il Milan e anche con la Fiorentina: nel dispositivo della Caf si legge infatti che i viola sono stati in parte condonati perché costretti a piegarsi al sistema dopo i torti subiti. La stessa obiezione dovrebbe essere inserita nel faldone biancoceleste, almeno questo chiedono i legali che inseriranno anche la deposizione di Tombolini (mai deferito e condannato) davanti all'Ufficio Indagini. L'avvocato Viglione è fiducioso: «Sono certo che la Corte Federale esaminerà con attenzione le nostre ragioni, partendo proprio dalla genesi, cioè dalla protesta di Lotito dopo la sfida con la Reggina». Venerdì è infine prevista la manifestazione dei tifosi sotto il Campidoglio. Altre 60 pagine sono state redatte dall'avvocato Gentile per difendere la posizione di Lotito: per il presidente, inibito a 3 anni e 6 anni, si chiederà l'assoluzione. La Corte d'Appello intanto si prepara. Appuntamento sabato al Parco dei Principi. Sarà un procedimento, con tutte le differenze tipiche di un secondo grado, che ricalcherà molto quello tenuto dai giudici presieduti da Cesare Ruperto. Per garantire la lucidità dei giudici il dibattimento non sforerà mai nella serata. Parola del presidente Sandulli, che ha già in mente come strutturare quello che non vuole personalizzare come il suo processo. Sabato si comincia con la parola alle difese che presenteranno nuove eccezioni: al termine scatterà la prima camera di consiglio per accogliere o respingere le richieste dei legali degli incolpati. Nel primo pomeriggio si riprende per entrare nel vivo delle questioni: il collegio (cinque i membri che lavoreranno con Sandulli: Carlo Malinconico, Salvatore Catalano, Silvio Traversa, Mario Sanino e Mario Serio) dovrebbe lavorare quattro ore la mattina e quattro la sera. E si andrà avanti a oltranza, con celerità ma senza venir meno alla ricerca della verità, per arrivare a giuste sentenze, questo professano gli ambienti federali. La Corte insiste invece nel considerare i verdetti definitivi, perché il ricorso al Tar non sarebbe ammissibile. Ma le difese stanno già pensando ai tribunali amministrativi qualora la corte d'appello non dovesse approdare a proscioglimenti pieni.

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