Zeman e le intercettazioni

«Serie A o B è indifferente. Non sono venuto qui perchè pensavo che saremmo stati ripescati». Così il tecnico del Lecce, Zdenek Zeman, dopo la riammissione in serie A della squadra salentina, conseguenza delle retrocessioni di Juve, Lazio e Fiorentina, condannate dalla Caf per lo scandalo Calciopoli. «Il mio obiettivo - ha detto l'allenatore boemo - è lavorare e far divertire la gente». Sulle condanne Zeman ha le idee chiare. «Credo che se i giudici hanno valutato così è una decisione da accettare, e spero che tutto sia stato fatto al fine di aiutare il calcio a migliorarsi. I giudici hanno fatto le loro valutazioni, hanno una specifica conoscenza del regolamento, sono venute fuori tante irregolarità e c'è ora da sperare che non si ripetano». Zeman non si sbilancia sulle sentenze emesse, ma entra nel merito delle intercettazioni, discusso metodo di indagine che ha scoperchiato la presunta cupola calcistica. «Può essere un mezzo non bellissimo da usare - ammette il boemo - ma evidententemente era l'unico modo per far vedere cosa c'era nel calcio. La cosa che mi sorprende è la gente che si scandalizza dell'uso delle intercettazioni senza che si preoccupi di quello che è il contenuto delle intercettazioni».