Berlusconi sfoga la rabbia con i suoi collaboratori
Un silenzio eloquente, quello dell'ex premier e attuale presidente del Milan, Silvio Belusconi. Poche ore prima della sentenza, il Cavaliere aveva proposto una «moratoria» per tutti. Chiedeva che il campionato avesse inizio così com'è la Serie A. Ieri, invece, non ha fatto dichiarazioni ufficiali, riservando la sua amarezza ai più fedeli collaboratori: «È una sentenza che non è possibile accettare — ha detto - perchè penalizza i giocatori che hanno vinto il campionato del mondo». Poi ha aggiunto che però non era il momento di fare dichiarzioni alla stampa. «Basta. Non facciamo alcun commento ufficiale»,ha aggiunto. Tra l'altro il Cavaliere ieri ha incontrato il suo amico Nicolas Sarkozy, ministro dell'Interno francese. E oggi partirà per la Sardegna dove potrà «sbollire» la rabbia per il verdetto della Caf. Intanto parlano gli altri. In primo luogo la società. «L'AC Milan ritiene che la decisione della Caf sia affetta da straordinaria ingiustizia e meriti senz'altro integrale riforma», è il testo del comunicato del Milan in seguito alle sentenze lette dal Presidente della Caf Cesare Ruperto. «Verrà proposto reclamo non appena disponibile il testo della decisione - continua la nota - nella certezza che il provvedimento verrà radicalmente modificato in sede d'appello, con il riconoscimento dell'assoluta correttezza dell'operato della Società». E parlano altri milanisti «illustri». «Per il mio Milan è sostanzialmente una retrocessione in B. Perchè siamo esclusi dalla Champions e tagliati fuori dalla corsa allo scudetto nel prossimo campionato. Oltretutto, senza avere la gioia di festeggiare la promozione dalla serie B in A...», dice Roberto Maroni, presidente dei deputati della Lega nord, che definisce la sentenza della Caf «una ritorsione» che infligge ai rossoneri un «consistente danno economico» e a chi segnala una sorta di trattamento privilegiato rispetto a Fiorentina e Lazio, Maroni risponde per le rime: «I giudizi sono diversi perchè è diverso se una persona la ammazzi o la insulti e magari le dai anche un pugno. La verità - dice Maroni - è che il Milan subisce una sentenza molto dura rispetto alle responsabilità accertate». Ipotesi amnistia? «No. Intanto perchè quella attiene alla sfera penale. E noi siamo contrari sia all'amnistia che all'indulto, come si vedrà la settimana prossima alla Camera. E poi - conclude l'ex ministro del Welfare - perchè il calcio, prima di ogni altra considerazione sulle colpe delle singole società, deve arrivare ad una vera rifondazione». Per il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni «È stata usata una mano pesantissima per tutti e per il Milan c' è anche la beffa. Poichè «avendo la penalizzazione spalmata su due campionati vede raddoppiato il danno. In questa stagione non possiamo partecipare alla Coppa campioni e nel prossimo campionato, con 15 punti di penalizzazione, possiamo puntare alla salvezza».