È ufficiale, Donadoni nuovo ct dell'Italia
Lo ha nominato il commissario straordinario della Figc, Guido Rossi, in sostituzione di Marcello Lippi. Donadoni verrà presentato martedì prossimo alle 15 nella sede della federcalcio di via Allegri. La Figc ha impiegato 24 ore per metabolizzare l'addio del ct che ha condotto gli azzurri al trionfo in Germania. Mercoledì il grazie al tecnico viareggino, ieri la nomina del suo successore.Donadoni è passato dallo status di disoccupato alla panchina più importante. Il tecnico di Cisano Bergamasco, 43 anni a settembre, era fermo da quando, dopo la 23.ma giornata dell'ultimo campionato, si era dimesso dalla carica di allenatore del Livorno: rottura insanabile con il presidente Aldo Spinelli, nonostante gli ottimi risultati dei labronici, e divorzio. La separazione si è rivelata la soluzione migliore per il giovane allenatore. Per un paio di mesi è stato in lizza per la panchina della Juventus e alla fine è stato scelto per guidare la Nazionale. Ovviamente la giornata di ieri costituisce il punto più alto di una carriera cominciata nel 2001-2002. Ottenuto il patentino, Donadoni ha esordito dirigendo il Lecco e conducendo la formazione lombarda al 9° posto nel campionato di C1. L'anno successivo è stato quello del primo matrimonio con il Livorno: un'annata senza spine, con un eccellente decimo posto in serie B. Quindi, nel 2003-2004, ancora un'esperienza nella serie cadetta. L'avventura alla guida dell'ambizioso Genoa di Enrico Preziosi, però, è durata 270 minuti: dopo 3 partite, infatti, è arrivato l'esonero. La forzata inattività è durata solo pochi mesi. Nel gennaio 2005 Donadoni è stato richiamato a Livorno e ha condotto i toscani, tornati in serie A dopo un'assenza di oltre mezzo secolo, allo strepitoso nono posto finale. L'annata 2005-2006 si è aperta nel modo migliore: la squadra ha cominciato in maniera splendida la stagione, proponendosi come sorpresa assoluta del massimo campionato. Il feeling con i giocatori non è mai stato in discussione, quello con la società si è interrotto sul più bello. A febbraio il divorzio dagli amaranto, oggi il matrimonio con gli azzurri. Da calciatore, Donadoni, ha rappresentato al meglio il calcio italiano in Europa e nel mondo, imponendosi come colonna azzurra e diventando uomo simbolo del Milan, con cui ha vinto tutto. Donadoni è da molti considerato tra i migliori giocatori italiani del secondo dopoguerra. Con la squadra di Milano «Dona» vince tutto: cinque scudetti dall'88 al 96, tre Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, tre Supercoppe Europee e quattro Supercoppe Italiane. Una splendida serie cui però si affiancano parallele le sue sfortunate vicende con la selezione azzurra. Nel 1990 è lui a sbagliare uno dei rigori decisivi della semifinale del 3 luglio contro l'Argentina; nel 1994 negli Stati Uniti non riesce nell'impresa, battuto in finale, sempre ai rigori, dal Brasile. Due Mondiali stregati, cui si aggiungono due Europei altrettanto sfortunati, quello di Germania '88, in cui il sogno azzurro si ferma alle semifinali, e quello inglese del 1996, in cui la Nazionale viene eliminata addirittura al primo turno. Ora parte la sfida più affascinante. Dall'altra parte della barricata. Con l'investitura di Albertini, vicecommissario Figc: «Può diventare un grandissimo». Felice il neo-ct: «Fino a lunedì non sapevo nulla. L'eredità di Lippi? Fare l'allenatore è il mio mestiere, so quello a cui vado incontro. Cercherò di metterci il massimo impegno».