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di SIMONE PIERETTI È IL GIORNO: questa sera, dopo la chiusura di Piazza Affari, arriverà ...

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Per tutti loro il procuratore federale Stefano Palazzi ha chiesto il massimo della pena, pur avendo costruito il proprio teorema grazie ad improbabili elementi probatori. Ci siamo: mezza Italia con il fiato sospeso, l'altra metà pronta ad esultare per le disgrazie altrui. Nonostante il passare dei secoli restiamo sempre un paese diviso tra guelfi e ghibellini, tra bianchi e neri, tra colpevolisti ed innocentisti. Toccherà al giudice Cesare Ruperto l'onere, e l'onore, di leggere una sentenza che, comunque vada, farà discutere. L'appuntamento è per le 17.30 all'hotel Parco dei Principi, a poche centinaia di metri dalla sede della Federcalcio. È stato un processo lampo, anomalo, indecifrabile. Lo spauracchio della fretta, mossa dal commissario straordinario Rossi ha determinato i termini abbreviati del procedimento: a che pro? Lo stesso numero uno della Federcalcio, intervenendo davanti alla Commissione Cultura della Camera, ha rimarcato la decisione presa quattro giorni fa dall'esecutivo dell'Uefa. Per la partecipazione alle competizioni europee sarà esecutiva la sentenza di oggi. Del tutto inutile, quindi, la corsa contro il tempo imposta da Guido Rossi, necessaria solo per assottigliare i diritti della difesa. È stato definito un processo farsa da più parti e sembra difficile affermare il contrario. Le richieste del procuratore federale Palazzi sono arrivate ancor prima dell'esposizione delle tesi difensive da parte dei legali: può bastare questo per farsi un'idea di quanto possa essere stato approssimativo il procedimento. Nessun testimone e nessuna prova per poter scagionare i deferiti: decisione presa dal collegio giudicante ed innescata dalla fretta, inutile, di Guido Rossi. Ieri intanto l'Ufficio Indagini ha ascoltato l'ex arbitro Pierluigi Collina e il direttore sportivo della Fiorentina Pantaleo Corvino. Per la prossima settimana sono attesi nuovi documenti in arrivo dalla Procura di Napoli. La giornata di oggi farà in ogni modo da spartiacque. La sensazione è che il commissario straordinario, mosso dall'entusiasmo per il successo degli Azzurri, stia andando oltre le competenze straordinarie che competono alla sua figura. «La sentenza? Decido io su come e quando renderla pubblica, io non ho alcun dubbio», tanto per rispondere a Berlusconi che aveva chiesto sentenze miti e un campionato «da far ripartire senza stravolgimenti rispetto alle squadre attuali per non punire i club ma solo i dirigenti». Diffidare da coloro che non hanno mai dubbi, è bene tenersene sempre uno di scorta. L'impressione è che ci sia una sorta di gara in corso per mettere il faccione accanto al nuovo slogan per un calcio pulito e vincente: Guido Rossi e Stefano Palazzi sembrano i due candidati più ambiziosi nel voler conquistare tale etichetta. Per il procuratore federale la sentenza non regalerà terre di mezzo: trionfo assoluto o sconfitta sonora. Nel primo caso si sparerebbe sul gruppo, colpendo anche arbitri di primo pelo che non hanno nulla a che vedere con lo scandalo di Calciopoli. Ma non solo. Per quanto riguarda Lazio e Juventus verrebbero colpiti anche i piccoli azionisti che vedrebbero polverizzato il loro esiguo capitale dall'inevitabile crollo in Borsa del titolo e dalla conseguente svalutazione del parco giocatori. Senza poi contare all'aspetto meramente sentimentale. I tifosi di Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina rappresentano oltre un terzo - quasi la metà - dei tifosi italiani. Sarebbe una sconfitta soprattutto per loro, che con la passione e soprattutto con i soldi alimentano l'azienda calcio, una delle prime cinque del nostro paese in termini di indotto. E poi ci sono i calciatori: tra le macerie del calcio italiano c'è pur sempre una coppa del mondo da difendere, da impreziosire. Qualora venissero accolte le richieste di Palazzi ci sarebbe un'inevitabile fuga di talenti verso i club stranieri. La necessità è quella di salvaguardare il patrimonio e ripartire con regole ben pr

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