L'ex tecnico: «Vado via perché ho esaurito il mio ruolo ma continuerò ad allenare»
Non è bastato a Lippi un Mondiale vinto, il tripudio tricolore, la festa al Circo Massimo, i complimenti di Napolitano e la corte spietata di Rossi e Abete. E nemmeno il calore e l'affetto del gruppo azzurro appena laureatosi campione del mondo che lo ha incitato a rimanere in ogni modo. Non è bastato tutto questo perchè la sua decisione Lippi l'aveva già presa: quella di lasciare la panchina della nazionale al termine dell'avventura tedesca. Una decisione presa a Mondiale ancora in corso e rivelata al capo della delegazione azzurra Abete poco prima degli ottavi di finale contro l'Australia. Lippi è stato coerente con le sue premesse, le decisioni e un modo di vedere il calcio che non tutti erano riusciti a capire prima di questo Mondiale: vinto. La notizia, attesa da tutta Italia, è arrivata così ieri a mezzo di un comunicato Figc dopo la riunione di martedì mattina a Roma e non fa che confermare i timori della vigilia: Lippi ha detto basta con la nazionale. «A conclusione di una straordinaria esperienza professionale ed umana - recita il comunicato di Lippi diramato della federazione - vissuta alla guida di un eccezionale gruppo di calciatori e con la collaborazione di uno staff di prima qualità, ritengo esaurito il mio ruolo alla guida della Nazionale italiana. Ho pertanto comunicato alla Figc la mia volontà di lasciare l'incarico di Commissario tecnico alla scadenza naturale del contratto. Desidero ringraziare la Figc per la fiducia dimostratami sempre in questi due anni di lavoro, coronati da un risultato che rimarrà nella storia del calcio italiano e nel cuore di tutti i tifosi». Due anni che hanno cambiato la storia del nostro calcio e scritto di nuovo la parola Italia nel grande libro dello sport più amato su questo pianeta. Due anni durante i quali il ct è stato più volte attaccato, criticato e messo in croce per scelte e atteggiamenti assolutamente in linea con il suo modo di essere allenatore, ma anche uomo. Lippi era ed è uno che non cerca compromessi, che va per la sua strada contro tutto e tutti. Lo ha dimostrato più volte nell'arco di questo Mondiale portando giocatori che nessuno avrebbe voluto, puntando su chi non era ancora al top della condizione e scegliendo un gruppo ben preciso di uomini. Le «sue» scelte hanno pagato e questo per lui è un riscatto morale enorme. Riscatto che però non lo ha fatto tornare sui suoi passi: la decisione ormai è presa e «irrevocabile». Lo ha confermato lo stesso Lippi ieri dopo aver fatto visita al team manager della Juventus Pessotto all'ospedale Le Molinette di Torino. «Non mi sembra questo il momento giusto per parlarne - ha spiegato - comunque la mia è irrevocabile ed era stata presa da tempo. Questo non vuol dire che smetterò di allenare: anzi. Italia o estero? Meglio Viareggio, qui a casa mia... magari senza voi giornalisti tra i piedi» chiude scherzando l'ormai ex ct azzurro al rientro in Toscana che è corteggiato dal Manchester United. E ora si scatena la querelle su quello che sarà il dopo-Lippi. Il commissario straordinario della Figc Guido Rossi, colui che deciderà tra breve cosa succederà nel calcio Italiano, ha una speranza per il futuro: poter utilizzare Lippi in un nuovo ruolo all'interno della «struttura» azzurra. «Confido nelle sue capacità tecniche - ha detto Rossi - lui voleva riposarsi per sei mesi, spero che poi possa avere un altro ruolo. Il nome del suo successore lo diremo tra qualche giorno. Donadoni? È uno dei tanti nomi che si fanno» (l'outsider al momento resta Zaccheroni). Già, perchè proprio il tecnico che ha fatto vedere buone cose nella scorsa stagione con il Livorno (poi però è stato esonerato a sorpresa), dovrebbe essere il «vero» candidato a prendere il posto di Lippi. E' giovane e potrebbe aprire un nuovo ciclo visto che sono molti gli azzurri in questo gruppo che potrebbero aver scritto la parola «fine» sulla loro storia in azzurro. Meglio lasciare da campioni del mondo.