Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Totti: Zidane? L'ho già battuto

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

La testa degli azzurri è un luna park di emozioni e alla vigilia della partita che vale una vita c'è solo un desiderio: iniziare a giocare. L'attesa logora e pensar troppo alla partita non fa bene ne alle gambe, ne tantomeno alla testa. Ovvio che per gli azzurfrri il primo pensiero è per quello che arriverà dal campo e una delle mine vaganti della Francia è il solito Zidane. Ci pensa Totti a sdrammatizzare, a ridare al francese la giusta collocazione: un fuoriclasse, ma che si può battere. «Zidane è molto pericoloso - attacca il romanista - ma si può battere. Io l'ho già fatto in Champions League con la Roma e inoltre proprio a Madrid». Già e in quel fine ottobre del 2002 a Bernabeu fu proprio Totti a decidere la partita: ma in realtà e forse questo è sfuggito alla memoria del romanista, Totti aveva già battuto Zidane in campionato all'Olimpico (era la Roma di Zeman). Sarà una finale aperta secondo il capitano giallorosso indicato come uno di quelli che possono mettere la firma su questa gara. «Cinquanta e cinquanta» dice Totti lapidario convinto che l'Italia «possa vincere la Coppa». Covinzione condivisa da tutto il resto del gruppo azzurro. Pirlo ringrazia Platini per la stima, ma non fa sconti al francese. «I comoplimenti mi fanno piacere - attacca il milaniosta - tantopiù quando arrivano da un campione come lui, ma in questa nazionale è il gruppo vincere: siamo tutti importanti e dire che è un'Italia Pirlo-dipendente è sbagliato. La fame? Noi ne abbiamo sicuramente più di loro». Su Zidane Pirlo no ha dubbi. «Nessuna gabbia su di lui e tantomeno marcature a uomo. Questa nazionale ha giocato fin qui con tanti mloduli diversi ma sempre con almeno due punte: forse dopo Germania 2006 la finiranno una volta per tutte con questa storia dell'Italia difensivista e catenacciara». Anche Zambrotta, uno che lo conosce molto bene, «bilancia» Zidane con il resto della squadra francese. «Sì, lui è importante, ma ci sono anche Ribery, Henry, Viera. Loro come noi hanno un grande collettivo, quindi dobbiamo preoccuparci di tutti, come loro dovranno preoccuparsi di tutti noi». Lo Juventino conta poi bianconeri, tra passato e presente, che giocheranno questa finale. «Dieci! Fa piacere per la Juve, per i tifosi e per tutto quello che sta accadendo in Italia: è un motivo d'orgoglio». Zambrotta misura la pressione del pre-gara, tarata su un solo livello: vincere la coppa. «C'è tensione per ci giochiamo la finale di coppa del mondo, ma allo stesso tempo siamo determinati perchè una volta che arriviin fondo poi la vuoi vincere. Ai rigori? Magari prima...». Chi invece la sua tensione non la nasconde è Alex Del Piero. «Non sono mai arrivato così in alto - spiega lo juventino - la tensione aumento col passare delle partite: figuratevi ora che siamo in finale. Sarà una battaglia in tutte le zone del campo. Non ci sono solo grandi giocatori, ma due grandi squadre, ma è possibile che a decidere siano proprio le prodezze dei singoli. I rigori? Al novantesimo, ai supplementari o ai rigori importante è che a vincere sia l'Italia. Per me alzare la coppa sarebbe realizzare il sogno che avevo da bambino». Sulle dichiarazioni di Platini alla vigilia pochi dubbi. «E' francese cosa vi aspettavate che tifasse Italia?». Chiusura con Materazzi che continua a lodare le qualità e la voglia di arrivare in fondo del «gruppo operario». «Noi siamo quelli della polvere - spiega l'interista - e ora ci tocca battere quelli che hanno vinto. Ma ricordatevi che chi ha vinto è sempre un punto avanti rispetto agli altri. Paura della Francia? No, solo grande rispetto».

Dai blog