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dall'inviato TIZIANO CARMELLINI DUISBURG — Un temporale flagella l'erba dell'Olimpyastadion di Berlino, ...

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C'è tutto e di più nelle ventiquattro ore che precedono un Francia-Italia che entrerà di diritto nella storia del calcio mondiale. La richiesta Fifa arriva a metà pomeriggio e stravolge il programma degli azzurri, come quello degli addetti ai lavori che seguono come ombre (ormai sbiadite) le mosse della nazionale. Il campo dove si dovrà giocare la finale, dopo il passaggio del buferone che ha messo a soqquadro la capitale tedesca, sembra il laghetto di Villa Borghese (ci mancano solo paperelle e barchette a noleggio). Sala stampa allagata e subito evacuata come metà dei vani che dovranno ospitare squadre, delegazioni e tutto il circo che ronza lì attorno. Milleottocento solo i giornalisti accreditati per la semifinale e per domenica saranno ancor di più. Ma, soprattutto, è il manto erboso che non ha assorbito il vascone d'acqua caduto dal cielo l'altra notte: e a Berlino continua a piovere (prevista per questa notte l'alluvione bis). Così la Fifa ha chiesto alle due finaliste di allenarsi in un altro campo, sempre a Berlino, non molto distante. Ma l'impianto in questione non aveva le strutture necessarie per ospitare il «gruppone» azzurro così Lippi ha deciso di rimanere a Duisburg, fare il regolare allenamento sul campo ormai amico di Meiderich, poi la conferenza stampa di rito. Tutto come sempre insomma, poi alle 18 la partenza per Berlino. Intanto ieri il ct ha provato le ultime cose in vista della sfida di domani. L'Italia che scenderà in campo contro la Francia dovrebbe essere la fotocopia di quella che ha umiliato la Germania martedì scorso a Dortmund. Non cambia il modulo, né gli uomini che saranno gli stessi. Torna a disposizione De Rossi, ma la cosa non dovrebbe spostare di una virgola le convinzioni di Lippi che non cambierà questa squadra che vince. Con il romanista a disposizione semmai ci sarà un'alternativa in più a partita avviata, una pedina da non sottovalutare perché De Rossi in certe situazione può fare la differenza (speriamo stavolta in senso positivo). Infinita la sua voglia di riscatto dopo l'errore che gli è costato il Mondiale e ha rischiato di pesar molto anche sul cammino azzurro qui in Germania. Ma De Rossi, ha fisico, colpo di testa ed è uno che vede la porta anche da lontano: negli allenamenti degli ultimi giorni, più che in quelli passati, ci ha messo tutto e di più per guadagnarsi una maglia. Vuole esserci, vuole mettere in naso in questa finale e magari coronare un sogno che finora è stato un incubo. Ma mentre l'Italia prepara le valigie e una finale importantissima, attorno al ct azzurro continua ad essere calcio-mercato: le porte aperte erano due Real e Manchester, ora che Capello ha occupato la poltrona spagnola all'azzurro resterebbe solo quella inglese. Che Lippi avesse già deciso di lasciare la nazionale dopo il Mondiale, non era un segreto per nessuno, ma forse il ct mai avrebbe pensato in cuor suo di poterlo anche vincere questo campionato del Mondo. In caso di successo a Berlino il banco potrebbe dunque saltare, perché la Figc proverà a «convincere» il Lippi nazionale a ripensarci. Con ogni mezzo a disposizione, con un'offerta irrinunciabile. Il «pacchetto» è all inclused con annessi settori giovanili e tutto il resto: insomma sarà una proposta globale che metterà il viareggino di fronte al duro compito di dire «no». Alternativa? La prestigiosa panchina del Manchester United (non esattamente robetta) al fianco di Sir Ferguson del quale poi dovrebbe prendere il posto. Lo scrive il «Sun» da Londra e a poco valgono le inevitabili indiscrezioni formali arrivate nel pomeriggio, dal quartier generale dei Red Devils. «Non c'è niente di vero sul suo arrivo all'Old Trafford. Siamo soddisfatti dell'attuale staff tecnico». Il ct non commenta e ogni volta che provi a chiedergli qualcosa sul futuro la risposta è sempre la stessa: «Ne parliamo a fine Mondiale, adesso non è il caso». Già, perché domani c'è una finale di coppa del mondo da giocare e per le lezion

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