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Il capitano è il miglior difensore del Mondiale «Caricato dagli insulti, ora vogliamo la Coppa»

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Lui che di campi di calcio ne ha frequentati diversi scherza sull'ipotesi del Pallone d'Oro che qualcuno vorrebbe già assegnarli dopo un Mondiale giocato alla grande. «Non scherziamo - attacca il capitano azzurro -. Dovrei rispondere come Gattuso: sarebbe un insulto al calcio». Ma falsa modestia a parte, Cannavaro - che domenica toccherà quota 100 presenze in azzurro - ha dimostrato fin qui di essere di un'altra categoria, di poter fermare chiunque e di trasmettere sicurezza a un reparto che tutto il mondo ci invidia. Ha tenuto botta dopo l'infortunio di Nesta, poi dopo la squalifica di Materazzi e mettendo sempre nel campo quel valore aggiunto che fa la differenza. «Stamattina sarei voluto venire con due pizze» continua scherzando ma nemmeno tanto sulle polemiche della vigilia aizzate ad hoc dai media tedeschi per provocare gli azzurri. «Ma bisogna rispettare l'avversario». Sul successo contro la Germania non ha dubbi. «Meritatissimo e sono felice perché li abbiamo battuto in casa i padroni di casa. È una soddisfazione doppia per come è venuto e per lo spirito che ci abbiamo messo: abbiamo voluto fortemente questa finale». E l'Italia che vive in Germania ha ringraziato gli azzurri per quest'infinita gioia aspettandoli fuori l'albergo che ospita la squadra. «Erano troppi, non siamo potuti uscire, sarebbe stato pericoloso... ma che gioia. È una di quelle esperienze che ti segnano la vita e non abbiamo mai avuto in campo la sensazione di soffrire tranne una volta che abbiamo rischiato qualcosa. Il pallino del gioco è stato sempre nelle nostre mani e anche chi è entrato dalla panchina ha dato l'anima per portar via il risultato. Questo è un gruppo fantastico». Il cambio generazionale e l'integrazione dei «vecchi con i giovani del nuovo corso è una delle carte vincenti di questa Italia che ora fa sempre più paura e che domenica si giocherà il mondiale a Berlino. «Sono rimasti dei vecchi importanti, è cambiato allenatore e i nuovi arrivati si sono subito integrati. C'era tanta rabbia per i due tornei precedenti e la stiamo sfogando sul campo». Impossibile descrivere la gioia negli spogliatoi dopo il successo con Prodi che entra e intona «O' sole mio». «Sì, quando il presidente del consiglio è entrato noi stavamo già cantando e il caso ha voluto che ci fosse nell'aria proprio quel pezzo...è stato fantastico e ha cantato anche lui». E alla faccia del catenaccio all'Italiana gli azzurri hanno battuto la Germania con quattro punte in campo. «Quello è un concetto legato agli anni trenta, ormai il nostro calcio non è più quello da anni. È da tempo ormai che giochiamo con due punte, ma agli altri dà fastidio il fatto che a un certo punto di compattiamo e non si passa. Abbiamo perso una sola volta una finale per presunzione». Questa partita tra venti o trent'anni si racconterà ancora. «Io avevo vissuto la semifinale tra Italia e Argentina di Italia '90 al San Paolo e adesso mi ritrovo a giocare una finale di un Mondiale da capitano azzurro. È un sogno che si avvera anche se non ci avrei mai pensato. Ora però non mi voglio fermare perché contro la Germania abbiamo fatto una cosa importante ma la partita di domenica lo sarà ancora di più». Inutile provare a chiedergli quale sia stato il momento della svolta. «Non c'è stato, questo gruppo è arrivato dopo due anni di duro lavoro. Ovvio che poi i risultati ti aiutano a crescere». Ora per il Mondiale perfetto a Cannavaro manca un gol in finale. «Ci ho provato un paio di volte, vado sempre davanti nei calci piazzati. Ma questo non conti, l'importante è che qualcuno la butti dentro... magari anche un autogol». Capello è andato al Real. «Gli faccio i miei auguri, abbiamo passato insieme due anni importanti». Secondo il capitano azzurro lo scandalo del calcio è stato un incentivo e non un deterrente. «Le polemiche e le critiche ci hanno compattato perché accumuli ra

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