Grosso: «Siamo davvero un grande gruppo»
È lui l'uomo copertina, l'uomo della Provvidenza che si è trovato nel posto giusto al momento giusto. E ha azzeccato il tiro giusto, a tre minuti dal crudele epilogo dei rigori. Ha segnato l'1-0, ha spianato la strada al raddoppio di Alessandro Del Piero, schiudendo all'Italia le porte della finalissima di Berlino. «Questa vittoria ce la siamo meritata perché siamo un grande gruppo. La dedico a mia moglie ed alla mia famiglia», queste le le prime parole di Fabio Grosso, l'uomo che ha messo in ginocchio la Germania con il gol del vantaggio. Un Mondiale in crescendo per il terzino del Palermo. Ha iniziato in panchina, perché Lippi preferiva Zaccardo come terzino destro, così a sinistra non c'era spazio, tanto era straripante Zambrotta. Poi l'autogol del compagno di squadra in Sicilia, Zaccardo, contro gli Stati Uniti. L'inversione di rotta di Lippi, che ha spostato Zambrotta a destra, tenuto in panchina lo sfortunato quanto opaco Zaccardo e messo in campo Grosso dal primo minuto con la Repubblica Ceca. Da quel momento, Fabio non è più uscito, ha giocato sempre meglio, fino al capolavoro con la Germania. E adesso attende la finale. «Ora non importa chi incontreremo in finale, adesso pensiamo a goderci questi momenti incredibili», ha risposto ieri a chi gli chiedeva quale avversario preferisse incontrare. Al settimo cielo anche Alberto Gilardino, tenuto in panchina con l'Ucraina e con la Germania. Gilardino ha rilevato ieri nella ripresa uno spento Toni, ha dato profondità alla squadra, ha colpito un palo, è andato spesso e volentieri in profondità, servendo a Del Piero l'assist per il gol del definitivo 2-0. «Fin dall'inizio ci siamo detti che potevamo arrivare fino in fondo - ha detto Gilardino - E Lippi è stato importante anche in questo. Personalmente sono molto felice, mi spiace per il palo ma vista poi la vittoria ogni rimpianto è svanito». «Adesso vada a godermi il mio compleanno» ha chiuso Gilardino, nato il 5 luglio del 1982.