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Il ct: «A Dortmund ho già vinto due volte...» Sulla gara: «Ce la giocheremo alla pari»

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Parte da qui la sfida di Lippi alla Germania. Ad aspettare gli azzurri stasera a Dortmund una «bolgia vera» ma la cosa non sembra spaventare il ct azzurro che anzi trarrà nuova linfa vitale dal tifo avversario. «Noi non ci siamo mai sentiti soli. Familiari e amici ci raccontavano l'entusiasmo in Italia: e questo era uno dei nostri primi obiettivi». Sessantamila tedeschi hanno già in tasca il tagliando per la semifinale tra Germania e Italia che i tedeschi, forse anche per i soliti motivi scaramantici, danno per favorita. «Si dicono tante cose prima di una semifinale come questa. Ce la giochiamo al cinquanta per cento e io ho sempre detto che dopo il quarto di finale poteva succedere di tutto: vediamo che succede, noi non ci sentiamo né favoriti, né sfavoriti, siamo solo una squadra che vuole vincere la partita». Eppure quell'amichevole a Firenze qualche indicazione l'aveva data. «Lì ci andò tutto bene, ma ora loro hanno assorbito la botta, creduto nel loro progetto e trascinato un intero paese con il loro progetto: un po' quello che abbiamo fatto anche noi». La Fifa ha squalificato Frings dopo aver rivisto i filmati tv. «Quando due squadre arrivano a una semifinale del Mondiale vuol dire che hanno qualità, determinazione e organizzazione tali che esulano da un solo giocatore. Anche noi abbiamo dovuto fare a meno in alcune gare di Nesta, Zambrotta, De Rossi, Gattuso. Non credo cambierà l'esuberanza della Germania». La cosa ha innescato molte polemiche. «Per noi è stato un fulmine a ciel sereno, non vorrei che ora qualcuno pensasse che noi abbiamo mosso qualcosa. Non è così, poi se qualcuno vuole montare un caso, per i motivi che si possono immaginare, faccia pure». Si aspetta per questo un clima ostile? «Non lo so cosa ci aspetta, anzi sì, lo so... settantamila persone che tiferanno per la loro squadra ma a prescindere dalla squalifica di Frings». E in questo stadio la Germania su quattordici partite giocate non ha mai perso. «I numeri sono fatti per essere cambiati. Ci sarà pressione ma i giocatori di oggi non si fanno poi condizionare più di tanto dalla folla allo stadio. E comunque io in questo stadio ho già vinto due volte... magari questa potrebbe essere la volta». Mai temuto di dover rinunciare a tutte questo per motivi extracalcistici? «No, non ho mai avuti dubbi e ho sempre detto a chi mi invitava a lasciare e ce ne sono stati tanti, che per nulla al mondo avrei rinunciato a questa squadra, a questo gruppo e a questo mondiale. La federazione poi mi ha sempre trasmesso fiducia». Già, un'Italia che è partita piano ma è poi cresciuta a dismisura. «Nessuna squadra arriva qui al cento per cento e come molte altre anche noi siamo cresciuti andando avanti con le partite e prendendo sempre più consapevolezza di noi stessi». In caso di rigori la Germania per tradizione potrebbe essere favorita. «È una lotteria, noi abbiamo ottimi rigoristi e un gran portiere». Non le sarebbe piaciuto giocarla una semifinale come questa? «E a chi non piacerebbe, in realtà sono stato un giocatore modesto e solo una volta nel '74 sono andato vicino alla convocazione... ma solo vicino». A proposito di qualità, ha visto Zidane? «È stato, anzi è, un grandissimo giocatore e avevo previsto che lui, visto che aveva annunciato il ritiro dopo il Mondiale, avrebbe giocato un grande torneo: come molti altri colleghi che avevano deciso di lasciare. Zidane è stato il miglior giocatore degli ultimi venti anni».

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