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di FULVIO STINCHELLI IL giuoco si fa duro e la nostra veranda diventa famosa.

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Il dabbenuomo ignora che la vigilia di semifinale ha messo il Professore in tutti i suoi stati: «Inattesa ospite, mi piomba in casa Catherine Rateau…non ti ricordi?, ma sì, l'agrégée ès lettres che mi aiutò a limare il mio francese negli anni parigini… ora già pensa alla finale Italia-Francia e vuol vederla à coté, come dice lei…questo, mentre io ho Porzia incinta di Big Mac, il bulldog di Henry il Tenore… per non parlare di Todinha, in lutto stretto per la caduta del Brasile, che non ne azzecca più una. Occorrono dei rinforzi, almeno per il servizio…». Lascio l'amico alle sue ambasce: ci rivedremo al fischio d'inizio del signor Armando Benito Archundia, che Dio lo benedica e l'ispiri. Frattanto, ciascuno inganna l'attesa a suo modo. Mauretto se ne va a pesca in Sardegna. Giorgione il Pittore, reduce dalla Festa dell'Unità allo Stadio Flaminio, racconta: «M'aveva incuriosito quel pupazzone con le foglie in testa che hanno eretto a simbolo del festival. Mi hanno poi spiegato che è il volto di John Belushi, un attore ora defunto ma molto caro a Furio Colombo, il quale, poveri noi, il "modello romano" se lo figura con quella faccia». Le ore passano e, hai voglia a dire, la tensione cresce. Franchino il Mister fa gli scongiuri e invoca il Grande Spirito: «Và in sogno a Lippi e ingiungigli di non cambiare: Toni e Totti davanti, stiamo bene così. Jaquinta e Gilardino sono perfetti in panchina. All'occorrenza, ma speriamo di no, potrà inserire Inzaghi». Corre con lo sguardo a Dino Zoff, che non aggiunge verbo, ma con la testa fa di sì. La Signora Clelia, vox populi vox dei, proclama: «Contento tu, contenti tutti…". Poi, rivolta a Padre Valli S.J.: «Lei sa, padre, se il Papa vede le partite dei mondiali?». «Credo proprio di sì. Il calcio oggigiorno è divenuto un fenomeno di tale importanza - risponde il gesuita con tono leggermente predicatorio - che il Santo Padre non può permettersi d'ignorarlo. Perché mi fa questa domanda?». Insiste, Clelia, con fare inquisitorio: «E sa, per caso, padre , per chi tifa, Sua Santità? Penso a stasera: è vero che è tedesco di nascita, ma romano pontefice per elezione. E allora, come la mettiamo?». «Nelle mani di Dio, figliola, non c'è posto migliore».

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