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Volata vincente di Casper, Hincapie maglia gialla

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Il francese si aggiudica a sorpresa la prima tappa. Hushovd infortunato, Boonen delude

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E in assenza sua e del suo treno, anche gli sprint offrono soluzioni inattese. Inattesa come può essere la vittoria di Jimmy Casper a Strasburgo. 28 anni, un passato da grande promessa del ciclismo francese, un soprannome che deriva dritto dritto dal cinema per bambini (il Fantasmino), e che lo circonda di un'aura di simpatia, il corridore della Cofidis non era certo considerato all'altezza degli altri sprinter che popolano il gruppo del Tour (uomini del calibro di Boonen, McEwen, Hushovd, Bennati, Gálvez, O'Grady, Eisel, Freire). Ma questa è un'edizione spuria; e allora succede che a Strasburgo la prima frazione in linea veda la più classica delle fughe (7 corridori, Portal, Bénéteau, Auge, Sprick, Vaugrenard, Etxebarria e Wegmann) monopolizzare l'attenzione per 170 km, prima di esaurirsi in tempo per lasciar spazio al circo della volata. E in quell'epilogo la confusione la fa da padrona. Boonen, il più pronosticato, viene tradito da un lancio anticipato da parte del compagno De Jongh, che si sposta quando allo striscione mancano 450 metri e quando il vento in faccia è tale da sospingere indietro l'iridato. Hushovd, maglia gialla, non riesce a emergere, e si fa male in maniera inconsueta: ai 50 metri, quando vola accanto alla transenna, urta contro un oggetto tenuto in mano da uno spettatore, e si ferisce profondamente al braccio, tanto da accasciarsi al suolo subito dopo il traguardo; gli altri, da Freire a Zabel a McEwen a Bennati, si lanciano tardivamente. E allora Casper, in progressione, imbrocca l'attimo giusto, la giornata della vita, e vince la tappa ubriacandosi di felicità. Non è l'unico a festeggiare: c'è George Hincapie, che sabato aveva masticato amaro per appena 73 centesimi di secondo (quanti l'hanno separato da Hushovd e dalla maglia gialla), e che era rimasto col dente avvelenato. Tanto da andare a prendersi 2" di abbuono all'ultimo sprint intermedio della giornata, a 9 km dal traguardo: approfittando del mancato piazzamento di Hushovd, l'americano ha sfilato al norvegese il simbolo del primato. Poi magari oggi (seconda tappa, Obernai-Esch sur Alzette, 223 km con arrivo in Lussemburgo e un finale mosso da diversi strappetti) lo cederà a qualcun altro, ma anche lui ha provato l'ebbrezza di vestirsi di giallo: non è un evento di poco conto.

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