Il bomber sfida la Germania «Mi sono sbloccato Ora voglio la finale»
Il giorno dopo la doppietta contro l'Ucraina che lo ha sbloccato, coincisa con l'approdo alle semifinali del mondiale tedesco, Toni è tutt'altro che rilassato. Arriva in sala stampa per le interviste di rito con il sorriso tra i denti ma carico a pallettoni contro chi finora lo aveva criticato. Di nuovo la stampa, i soliti giornalisti colpevoli ancora dell'irriverente reato di «lesa maestà». Come se segnalare la scarsa vena di un attaccante (non uno qualsiasi ma il capocannoniere della stagione con 31 gol all'attivo quest'anno, ottanta negli ultimi tre campionati), a secco nelle prime quattro partite del Mondiale (non segnava un gol in azzurro dallo scorso primo marzo amichevole a vinta 4-1 Firenze proprio contro la nostra prossima avversaria la Germania: e anche lì fu una doppietta) sia un vero e proprio reato penale. Così lui, l'uomo che adesso mezza Italia vorrebbe baciare per la doppietta all'Ucraina, è un po' deluso, rammaricato. Il poverino è offeso, perché lui che vuole andare all'Inter non l'ha mai detto (il tempo dirà chi aveva ragione). «No. Anzi, questa è una cosa che mi ha dato molto fastidio. Io all'inizio di questa avventura con la Nazionale ho solo detto che dovevo parlare con il mio presidente e che l'avrei fatto dopo il Mondiale perché la Fiorentina aveva e ha cose più importanti da sistemare e che io dovevo pensare al Mondiale. Solo per aver detto questo ho sentito e letto che volevo andare all'Inter o al Barcellona, che volevo scappare. Ma ripeto, non ho mai detto di voler andare via da Firenze. Mi è dispiaciuto per la gente di una città che ho apprezzato moltissimo e alla quale credo di aver dimostrato chi è Toni anche fuori dal campo. Poi è normale che il mio procuratore parli con altre società, magari con l'Inter. Così mi è dispiaciuto che qualcuno solo per questo, tra i tifosi, abbia scritto "Toni vai via" da Firenze. Telefonate dal mio presidente dall'Italia? Nessuna, e un po' mi è anche dispiaciuto, ma io guardo avanti». Già, avanti e adesso che ah ritrovato il gol viene tutto più facile: anche il suo mondiale ora è un po' più in discesa. Anche qui Toni aveva dovuto subire il «pugno duro» (?) della critica. «C'era sfiducia nell'aria, un po' da parte di tutti: lo percepivo chiaramente. Venivo da una stagione stupenda, con 31 gol, e sapevo di avere gli occhi di tutti puntati addosso. Quindi nelle prima partite sono stato un po' preso di mira. Tante critiche e quelle ci stanno, ma ho sentito anche dire che avevo un atteggiamento non bello nei confronti dei compagni, che non mi allenavo bene. Ora mi sono sbloccato, ma i miei gol contano poco, l'importante ora è che l'Italia vada in finale». Sulla sfida alla Germania che avrebbe dovuto tener banco. «Sarà una sfida tosta, perché loro sono una squadra tosta ma siamo quadrati anche noi. Non sono quelli visti nell'amichevole di Firenze e sarà tutta un'altra partita. Saremo in casa loro, lo stadio sarà un inferno e c'è in palio una finale del mondiale». Futuro ancora con Lippi? «Non spetta a me decidere, io lo posso solo ringraziare perché è lui che mi ha portato fin qui. Prima della gara mi aveva detto che mi sarei sbloccato e al termine m'è venuto incontro dicendo "che t'avevo detto". Insomma, è uno che mi ha trasmesso e dato molta fiducia». Almeno lui... ma ora anche tutto il resto d'Italia (tranne Palermo e mezza Firenze) è dalla parte del «povero» Toni.