di RINO TOMMASI TROPPO facile dirlo ora, che la partita tra Germania ed Argentina ...
Nell'archivio di Sky, dove ho partecipato a qualche chiacchierata da bar nell'intervallo tra il Roland Garros e Wimbledon, ci dovrebbe essere un tabellone della fase finale nel quale avevo pronosticato la vittoria della Francia sulla Spagna e soprattutto quella della Germania sull'Argentina. È vero che una conclusione ai rigori sfugge a qualsiasi previsione tecnica ed anche psicologica ma la storia della competizione ci insegna molte cose. La Francia non l'avrebbe mai vinta se nel 1998 non si fosse giocato in quel paese e la stessa considerazione vale per le vittorie dell'Inghilterra nel 1966, della Germania nel 1974 e dell'Argentina nel 1978. Certo non è una regola assoluta. Infatti il Brasile che ha vinto il titolo per cinque volte se lo è fatto soffiare dall'Uruguay a casa sua nel 1950 ed anche noi, dopo aver vinto a Roma nel 1934 ci siamo fatti beffare ai rigori in semifinale dall'Argentina nel 1990. Tutto questo non vuol dire che la Germania vincerà questa edizione ma intanto è in semifinale, un traguardo che la critica le aveva negato dopo la penosa prestazione fornita a Firenze contro di noi in una partita amichevole di nessun conto. Personalmente nei confronti della squadra nazionale, non solo nel calcio ma in tutti gli sport, non sono un grande tifoso. Certo che preferisco che vincano i nostri ma forse la mia è una istintiva reazione o protezione contro la faziosità di alcuni miei colleghi. Detto questo devo ammettere che il mio atteggiamento cambia quando mi trovo all'estero. Assistendo venerdì sera nella sala stampa di Wimbledon alla partita Italia-Ucraina sono istintivamente diventato un po' più tifoso del solito. I miei colleghi spagnoli, che non si sono ancora ripresi dopo la sconfitta della loro nazionale contro la Francia, facevano finta di essere neutrali ma in cuor loro speravano che facessimo loro compagnia nell'abbandonare la Germania. I tedeschi erano tutti andati a festeggiare la vittoria ai rigori sull'Argentina. Gli inglesi, che ovviamente qui sono in maggioranza, ostentavano indifferenza senza nascondere la preoccupazione per una sfida con il Portogallo che la loro squadra è obbligata a vincere. Poiché scrivo prima di questa partita e di quella di ieri sera tra Francia e Brasile, non mi posso spingere oltre e mi devo limitare ad alcune considerazioni di carattere generale. La prima e la più importante è che non possiamo negare di avere avuto, in questa competizione, un percorso privilegiato. In sequenza abbiamo incontrato Ghana, Stati Uniti, Repubblica Ceka, Australia ed Ucraina. Un sorteggio del genere non sarebbero stati capaci di prepararcelo nemmeno Bergamo e Pairetto con la consulenza di Innocenzo Mazzini, ex vice-presidente della Federcalcio. Però abbiamo ottenuto quattro vittorie ed un pareggio ed abbiamo subito un solo gol (quello che ci siamo fatti da soli). Con la Germania possiamo anche permetterci di perdere senza perdere la faccia ma la tradizione, che nello sport pure conta qualcosa è dalla nostra parte.