dall'inviato DUISBURG — Lippi? Promosso a pieni voti, parola di Gigi Riva.
Un successo, quello del ct azzurro, non casuale ma frutto di un lungo lavoro di costruzione che ha permesso all'Italia di arrivare fin qui schivando «i siluri» in arrivo da tutte le parti. «La vittoria, Lippi, l'ha costruita a Coverciano - ha spiegato ieri il team manager azzurro - in un momento veramente difficile: per lui, per la squadra e per il calcio italiano in genere. Proprio mentre da tutte le parti partivano siluri, lui è stato bravo a staccare e a isolare la squadra. Anche se poi a volte il destino di un tecnico è deciso da un gol, da un palo o da un rigore». E Rombo di Tuono spezza una lancia anche a favore del nuovo bomber azzurro, quel Toni che per certi versi lo ricorda: anche se ogni paragone al momento appare irriverente. «Sono contento per per lui - dice Riva - perché ho capito la sua sofferenza prima di questa doppietta. So cosa significa per un attaccante come lui non riuscire a segnare per tre o quattro partite di seguito». La Germania riporta alla mente sfide d'altri tempi soprattutto per chi, come Riva, le ha vissute in prima persona. «Quella partita (il riferimento è a Italia-Germania 4-3 ovviamente) è lì, in un angolino della mia mente. Ma adesso è tutto diverso rispetto a quell'epoca. Ogni Italia-Germania fa storia a se, anche se è strano il destino della nostra nazionale che negli ultimi tre Mondiali si è trovata sempre ad affrontare la squadra di casa. Speriamo vada diversamente dalle altre volte. Mi ricordo che prima di Italia-Ghana ho incontrato Beckenbauer e mi disse che ci saremmo incontrati in semifinale: ci ha aveva visto lungo». Altro protagonista della semifinale del 1970, è Rivera, l'uomo del gol-vittoria: «Non è detto però che i ragazzi di Lippi non riescano a fare ancora meglio e battere di nuovo la Germania. Magari per 4-3! Bisognerà non sottovalutare la Germania: gioca in casa e ha una squadra che, pur soffrendo come è successo con l'Argentina, può fare male». Nel ritiro dell'Italia a Duisburg anche Paolo Rossi parla della sfida di martedì a Dortmund. «Se devo fare dei paragoni questa mi sembra più simile alla semifinale del 1970 che non alla mia finale del 1982. Italia-Germania è comunque una partita dal sapore particolare. A mio avviso partono alla pari, con le stesse possibilità anche se forse ha qualcosa in più la Germania perché gioca in casa. Loro hanno sempre qualcosa di più dal punto di vista fisico, sono più continui e costanti. Noi lo siamo meno però abbiamo più colpi e più giocate». Tiz. Car.