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Il giallorosso: «Prima il mio obiettivo era la Germania Adesso invece è il successo»

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È un Francesco Totti in forma Mondiale quello che carica la squadra in vista della partita in programma domani in Svizzera: penultimo test-match prima della partenza per la Germania del gruppo azzurro. Ma il capitano giallorosso pensa anche allo scandalo che sta strapazzando il «suo» mondo. «Penso che facendo un buon Mondiale potrebbero cambiare tante cose, ma spero che non sia il Mondiale in se per se a far cambiare tutto». Come dire, stavolta cambiamo davvero. Già, perchè tra quattordici giorni c'è il Ghana che aspetta gli azzurri. Anche su questo Totti è chiaro: vuole esserci. Intanto, dopo 24 ore di stop la Nazionale ha ripreso questo pomeriggio la preparazione a Coverciano con un allenamento leggero e piuttosto breve, senza l'uso del pallone, durato circa cinquanta minuti. Agli ordini di Marcello Lippi e del suo staff si sono presentati tutti gli azzurri fatta eccezione per l'infortunato Zambrotta: per loro corsa ed esercizi fisici, l'ultimo a lasciare il campo è stato Filippo Inzaghi. Dopo una settimana di lavoro vissuta ad alta tensione con Buffon a Parma per incontrare i magistrati che indagano su un giro di scommesse, le esternazioni sul sistema calcio («non è una questione solo di Juve. È un sistema che andava così»), poi corrette, di Cannavaro, l'amarezza del ct Marcello Lippi per l'avviso di garanzia al figlio Davide nell'ambito dell'inchiesta sulla Gea, l'immagine bucolica di Peruzzi («Moggi era il pastore e noi il gregge»), per gli azzurri arriva il tempo della «campagna di Svizzera» che introdurrà la nazionale nel clima mondiale vero e proprio. La sfida di mercoledì a Ginevra con la Svizzera e quella di venerdì a Losanna con l'Ucraina serviranno a Lippi per testare la condizione dei suoi e soprattutto a che punto è il recupero di Totti. In attesa delle risposte che le amichevoli svizzere offriranno a Lippi, la nazionale comincia la seconda settimana di lavoro pre mondiale in un clima più sereno. Il battibecco Del Piero-tifoso di sabato scorso è superato, come i fischi alla pattuglia juventina all'arrivo, lunedì scorso, al Centro tecnico di Coverciano per l'inizio del raduno. Ieri, al ritorno a Firenze, dopo le 24 ore di libertà concesse anche per permettere ai giocatori di esprimere il loro voto per le elezioni amministrative, per gli azzurri ci sono stati solo applausi da parte del gruppetto di tifosi che li aveva aspettati al cancello dell'ingresso principale del Centro federale e che poi si è spostato lungo le recinzioni per cercare di spiare l'allenamento a porte chiuse della nazionale. Le offese si sono trasformate in cori di ammirazione per Del Piero, Totti, Gattuso, Inzaghi e la presenza di poliziotti e carabinieri è stata utile solo per frenare l'entusiasmo dei giovani sostenitori azzurri che per vedere i loro idoli hanno anche cercato di scavalcare le recinzioni. La nazionale riparte, con Zambrotta e con l'incoraggiamento dei tifosi.

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