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di ALESSANDRO AUSTINI IL SUO sogno è diventato realtà.

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È nato a Brescia, fa il tifo per l'Inter, era ad un passo dalla Lazio ma il suo cuore batte già per la Roma. Cassetti è ufficlalmente tore della Roma? «Sì, domani (oggi, ndr) verrò a Trigoria assieme ai dirigenti del Lecce per firmare il contratto». Preferiva essere acquistato a titolo definitivo? «Mi sta bene anche la comproprietà. È uno stimolo in più per guadagnarmi la riconferma». Cosa l'ha convinta ad accettare? «La Roma è una grandissima squadra del palcoscenico europeo, sostenuta da una tifoseria stupenda in una città altrettanto stupenda. E poi è stata la prima società ad interessarsi al sottoscritto con convinzione». In passato è già stato vicino alla capitale? «Di concreto non c'è mai stato nulla. Dopo il primo anno in serie A con il Verona sarei dovuto invece finire alla Lazio. Ero molto vicino ai biancocelesti, poi mi sono infortunato e non se ne fece più nulla». Rimpianti? «Nessuno, ma sono molto curioso di vedere cosa si prova a giocare un derby all'Olimpico, sempre che l'anno prossimo se ne giochi uno... ». Si è già fatto un'idea di Spalletti? «È un tecnico molto preparato che fa giocare benissimo le squadre che allena, spero di conoscerlo presto. Il fatto che il suo calcio sia simile a quello di Zeman potrebbe aiutarmi visto che con il boemo a Lecce ho giocato la migliore stagione della mia carriera». Il suo obiettivo è ripetere quell'annata? «Punto a fare ancora meglio. Il fatto di giocare in una grande squadra potrebbe permettermi di compiere un ulteriore salto di qualità». In che ruolo preferisce giocare? «Mi vedo meglio nella posizione di esterno difensivo a destra piuttosto che in quella di trequartista laterale». È spaventato dalla concorrenza di Panucci? «No, perché lui è un grande campione e ci sarà soltanto da imparare». Il suo procuratore è ancora Alessandro Moggi? «Per il momento sì, ma nei prossimi giorni valuterò bene la cosa e credo che sia giusto cambiare». La Roma potrebbe giocare la prossima Champions League. «Sarebbe fantastico per tutta la città. La squadra ha dimostrato di meritarla sul campo, ma se gli scandali di cui si parla corrispondono alla verità la merita a prescindere». Quale sarà il suo numero di maglia? «Chiederò di tenere il 77 che è anche il mio anno di nascita». Ha già scelto la sua nuova casa? «Non ancora, cercherò di trovarla nei prossimi giorni. Saremo in tre: con me vivranno mia moglie e il mio bambino di sei anni che inizierà la scuola proprio a Roma».

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