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Il riscatto del tedesco dopo un sabato da dimenticare

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Ma con una gara da quel campione che è quando non è colto da raptus da psicanalisi, il campione tedesco è riuscito a limitare i danni. Davvero da incorniciare la sua rimonta, da ultimo a quinto, su di un tracciato dove i sorpassi sono pressoché impossibili, pur se aiutato nell'impresa dai molti ritiri. Visto il ritmo di gara, Schumacher aveva fra le mani una Ferrari in grado di puntare al successo, comunque di lottare alla pari con la Renault del sempre più smaliziato Alonso. Adesso al pilota e alla scuderia di Maranello non resta che mangiarsi le mani dalla rabbia, anche perché la bravata di Schumi nelle qualifiche ha paradossalmente favorito l'ulteriore allungo in classifica del campione del mondo in carica. Quasi una fuga, la sua, con il vantaggio incrementato a 21 punti. Non sono mancati i soliti aedi di Maranello che hanno tuonato contro la decisione presa sabato dai commissari di gara del Gran Premio di Monaco, ritenendo Schumacher innocente, nonostante tutto il circo della velocità, anche grandi campioni del passato, quali Lauda, Keke Rosberg e Stewart, abbia giudicato l'episodio disgustoso. A questo punto, invece, sarebbe il caso che Schumacher rifletta a lungo su quanto avvenuto. Come a meditare dovrebbe essere pure la Ferrari. Doverosa la pubblica difesa del suo leader, ma a porte chiuse sarebbe indispensabile un franco chiarimento. A Schumi tutto, forse troppo, è stato concesso, ma, in ogni caso, esistono dei limiti invalicabili, in quanto ne va anche il prestigio della scuderia. Assurdo, poi, tirare in ballo la mancanza di peso politico della Ferrari. E' vero che da tempo,da quando la Rossa strapazzava la concorrenza, sono stati varati regolamenti per mettere fine a questa supremazia. Ma il caso di sabato non ha nulla a che vedere con altre situazioni e, in un momento in cui lo sport italiano, sconvolto dagli scandali del calcio, pretende chiarezza e credibilità, si devono accettare le decisioni dell'autorità sportiva serenamente, senza fare la solita dietrologia. Per tornare al Gran Premio, quella di Alonso, sulle stradine del Principato, non è stata comunque una passeggiata, avendo ritrovato un vecchio rivale, Raikkonen, che si era sostituito a Schumacher. Al volante di una ritrovata McLaren, dotata di una nuova carrozzeria, il pilota finlandese ha tallonato per buona parte della gara l'alfiere della Renault finchè non è stato costretto alla resa dalla rottura del motore. Comunque la brillante prestazione di Raikkonen ed il secondo posto di Montoya dicono che il team di Ron Dennis potrebbe rivelarsi il terzo incomodo nella seconda parte della stagione. Sottolineata la scarsa fortuna di Webber e di Trulli, hanno, invece, meritato di finire dietro la lavagna la coppia della Honda, Barrichello e Button, oltre a Felipe Massa, un'ombra rossa che vagava su di un palcoscenico degno di ben altri attori.

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