Sentenze sportive attese entro la metà di luglio
E che sarà anche rapida, e per forza di cose, lo assicura il neo-capo dell'Ufficio Indagini, Francesco Saverio Borrelli, quando afferma che le conclusioni degli investigatori del calcio sulla vicenda che sta tormentando il mondo del pallone dovranno essere tratte «entro tre settimane». Questione di calendari, italiani ed europei, rendono infatti indifferibile il temine di tre settimane, e sarà il procuratore federale, subito dopo, a dover valutare la «breve relazione» dell'Ufficio Indagini e poi a decidere eventuali deferimenti, mentre le commissioni federali, per le stesse ragioni, spiega l'ex procuratore generale di Milano, dovranno pronunciarsi «entro il 15-20 luglio». Il lavoro del neo pool, che raggruppa quattro componenti del precedente ufficio e tre di nuova nomina (compreso il suo capo), avrà un momento cruciale lunedì prossimo quando Borrelli e i suoi sei vice si riuniranno a Roma per valutare «l'imponente mole di documenti» che i pm napoletani hanno consegnato all'ex capo della Procura di Milano. Documentazione che raccoglie «atti importanti, determinanti», ai fini dell'iter del procedimento cominciato all'Ufficio Indagini. Si tratta di supporti informatici che contengono «tutti gli atti che i magistrati napoletani hanno ritenuto di darmi», ha spiegato oggi Borrelli. Atti che saranno passati sotto la lente d'ingrandimento e che consentono all'ex procuratore capo di Mani Pulite di dire che l'indagine dovrebbe riguardare «tutte le persone di cui si sta occupando la Procura di Napoli». Domani, quindi, sarà decisa anche la strategia di lavoro, in vista anche di interrogatori, se necessari, delle persone indagate a Napoli, che sono 41 (tra queste nove arbitri e undici assistenti); poi, entro quei fatidici 21 giorni, sarà consegnata la relazione dell'ufficio indagini e, come spiega Borrelli, «sarà compito del procuratore federale inquadrare i fatti nelle fattispecie della giustizia sportiva, dar loro l'esatta qualificazione». In sostanza, una situazione simile a quanto accade nella giustizia ordinaria, quando gli inquirenti, dopo aver verificato la sussistenza delle accuse, dispongono la citazione diretta dell'imputato davanti a un giudice. Con le procure e i carabinieri fermi in questo fine settimana elettorale in molte città del Paese, sarà la prossima quella in cui il processo sportivo comincerà a muovere i primi passi. Non è detto che gli interrogatori vengano fatti tutti a Roma, qualcuno potrà essere ascoltato anche a Milano. Ma sta di fatto che in una decina di giorni l'ufficio indagini, con le integrazioni che all'occorrenza verranno anche chieste alla Procura di Napoli, avrà il quadro per chiudere l'inchiesta e trasmettere gli atti al Procuratore federale. Il magistrato militare, Stefano Palazzi vestirà i panni del pm nel processo su «Moggiopoli» e sarà lui, dopo pochi giorni (anche prima della metà di giugno) a far scattare i deferimenti. I tempi sono stretti per arrivare al 10 luglio a iscrivere, anche se con l'incognita di come finirà il processo, i club alle coppe europee. A rischiare, oltre agli arbitri direttamente coinvolti (Massimo De Santis ha già pagato con l'esclusione dai mondiali e va incontro alle sanzioni dei giudici sportivi) e i tesserati, le società: prima fra tutte la Juventus, ma anche la situazione di Lazio e Fiorentina non appare rosea. Pure il Milan, finito nelle intercettazioni, potrebbe essere sanzionato. Il commissario Guido Rossi garantisce che non ci sarà alcun insabbiamento e che la giustizia non farà sconti a nessuno. Intanto il nuovo numero uno della Figc ha già preso i primi contatti con Fifa e Uefa, a cui avrebbe inviato una lettera in vista degli incontri ufficiali che dovrebbero avvenire prossimamente. Rossi infatti vorrebbe incontrare presto Blatter, ma ancora in agenda non è fissato alcun appuntamento con il presidente della Fifa. Mercoledì una delegazione guidata da Giancarlo Abete si recherà a Nyon per presentare il