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Trionfo Francia Italia deludente

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Il capo-équipe del team transalpino Jean Maurice Bonneau ha mantenuto fede al pronostico dato all vigilia: «Daremo del filo da torcere agli altri», aveva detto. E così è stato. In maniera del tutto inaspettata, con un team inedito, la Francia ha conquistato ieri la diciottesima vittoria nella Coppa delle Nazioni. Il team d'oltralpe, sceso in campo con una formazione composta dagli outsiders Pierre Jarry (Haxelle D'Ampierre), Simon Delestre (Inedite de Balme), Stephan Lafouge (Gabelou des Ores) e dal veterano Jean Marc Nicolas (JPC Modesto Equifoam), ha chiuso le due manche di gara con un totale di quattro penalità. È stata una vittoria netta. Senza discussioni. Senza l'aiuto della fortuna. Tutta meritata sul campo. Tant'è che nella seconda manche il margine di vantaggio accumulato nei confronti degli altri team è stato tale da permettere alla Francia di non scendere in campo con l'ultimo concorrente, Nicolas. «È stata davvero una vittoria di squadra e sono molto fiero dei miei cavalieri - ha commentato un estasiato Jean Maurice Bonneau dopo la gara - siamo venuti qui con un team prevalentemente al debutto a questo livello. Ma noi ci proviamo sempre a vincere». Così i grandi favoriti della vigilia, Stati Uniti e Gran Bretagna si sono invece dovuti accontentare della seconda posizione ex-aequo con un totale di 16 penalità. Per l'Italia un'amara quinta posizione a pari merito con Olanda, Svizzera, Germania e Svezia, tutte quante relegate a fondo classifica dal fardello di 28 penalità. La prestazione degli azzurri è stata altalenante con Bicocchi, primo dei nostri in campo, autore di due buone prove, macchiate solo da un errore per manche. Un po' più tormentata la gara di Gianni Govoni che con Loro Piana Joyau d'Opal ha collezionato ben cinque errori nelle due manche. Poi è stata la volta di Natale Chiaudani che con Hariane d'Authieux è incappato in una rovinosa caduta sul sesto ostacolo, per poi riscattarsi con un magnfico percorso netto nella seconda manche. Infine è stato il turno di Carlos Garcia, in sella al fomidabile Albin III, vera punta di diamate del team azzurro. Per lui una giornata da dimenticare. Dopo un primo esaltante percors netto, nella manche conclusiva Albin ha collezionato tre errori. A vederlo così nessuno si è accorto che in realtà gli errori sono stati il frutto di un infortunio della cui entità ancora ieri sera non sono stati resi noti dettagli e gravità. «Il cavallo deve essersi fatto mle ricevendosi dal salto della riviera - ha spiegato il cittì azzurro Bartalucci - lo abbiamo portato subito in infermeria ma fino a domani (oggi; n.d.r.) non sapremo quanto la situzione sia grave».

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