Sheva dice addio, è fuga dall'Italia

Con queste parole, pronunciate in una conferenza stampa congiunta con l'amministratore delegato Adriano Galliani, Andriy Shevchenko ha detto ufficialmente addio al Milan. La conferenza è stata preceduta da un incontro tra l'attaccante e l'ad nella sede del club rossonero che ha sancito l'addio definitivo dell'ucraino. «Non c'entra niente mia moglie. Abbiamo deciso insieme. Io - spiega Sheva - non parlo inglese, lei non parla l'ucraino e l'unica lingua in comune è l'italiano. Ma l'unico modo adesso per trasmettere il nostro amore ai nostri figli sarà l'inglese». Anche alcuni tifosi rossoneri hanno effettuato un ultimo tentativo per convincere il bomber ucraino a restare. Nulla da fare. «È la vittoria della lingua inglese sulla lingua italiana» è stato il primo commento di Galliani. «Ho provato - prosegue il dirigente rossonero - a convincerlo a rimanere fino ad un minuto prima di venire in conferenza. È la separazione più dolorosa da quando sono al Milan. Da adesso inizieremo la trattativa con il Chelsea, e non sarà semplice». Shevchenko dovrebbe quindi finire al club di Abramovich che lo insegue da diversi anni e lo ricoprirà di sterline. «Mi spiace molto - conclude Galliani - per la decisione di Andriy e lui lo sa. Non credo si possa tenere un giocatore che esprime il desiderio di trasferirsi. Abbiamo capito tutte le sue motivazioni, che sono familiari e non economiche. Il Milan non vende nessuno per denaro ma non trattiene nessun giocatore che chiede di essere trasferito. Umanamente il rapporto con Andriy è stato perfetto. In 20 anni ci sono state diverse separazioni con i giocatori, alcune volte facili altre no, ma questa è certissimamente la più dolorosa perchè Andriy ha dato e ricevuto tanto. Sono stati 7 anni molto belli con 173 gol, anzi 174 perchè ci metto dentro anche quello col Barca». Da un addio certo e comunque previsto ad uno possibile e fino a ieri imprevedibile. «Credo che sia la volta buona per tornarmene a casa. Devo valutare le varie possibilità e quindi decidere». A parlare è Juan Sebastian Veron, intervistato dall'emittente radiofonica argentina Radio LaRed. Il centrocampista nerazzurro fa capire a chiare note che ci sono molte probabilità che lasci l'Inter per tornare in Argentina e lì chiudere la sua carriera. «Moratti vuole che io resti ma le mie priorità sono altre. Il mio futuro dipende in gran parte da quello che decide la mia famiglia. E credo che loro vogliano tornare in Argentina. La prossima settimana si definirà il mio futuro». Lunedì, infatti, Fernando Hidalgo, agente del centrocampista, incontrerà la dirigenza nerazzurra. Veron ha anche fatto capire che, in Argentina, giocherebbe solo con Estudiantes, Boca Juniors o River Plate: «La voglia di tornare a giocare con l'Estudiantes c'è, ma c'è anche una questione economica di mezzo. Conosco il presidente del Boca, club in cui ho giocato e al quale sono legato. Ma devo vedere anche cosa mi offre il River, perchè è stata la prima società a cercarmi». Moratti proverà a consolarsi trattenendo Adriano e mettendo a segno un nuovo colpo. «Il brasiliano è nostro e farà ancora bene per l'Inter. Toni mi sembrava sul mercato...» ha detto ieri il patron nerazzurro, facendo capire apetamente che l'Inter sta cercando di portare il bomber viola a Milano. «A me sembrava che fosse sul mercato ma adesso mi sembra giusto lasciare tranquilla la Fiorentina». I viola, intanto, si sono assicurati Santana del Palermo per cinque milioni più la comproprietà di Parravicini che nell'ultimo anno ha militato nel Treviso. La voglia di fuga dall'Italia sembra aver contagiato anche Emerson. Il brasiliano non ha la minima intenzione di restare alla Juventus se i bianconeri fossero retrocessi in seguito allo scandalo intercettazioni. Intervistato dall'agenzia di stampa brasiliana Estado, il centrocampista della Selecao spiega dal ritiro di Weggis che «ora bisogna attendere per vedere cosa succede al club». «Però