Il secondo posto di ieri lo consolida in testa alla classifica generale
Il giocattolo era davanti ai nostri occhi, ma purtroppo non abbiamo potuto giocarci. L'arrivo più atteso del Giro d'Italia 2006, quello sullo sterrato di Plan de Corones, è stato cancellato da una bufera di neve. La giornata era iniziata con le proteste dei corridori, che non volevano saperne di partire per una tappa in cui avrebbero dovuto affrontare col maltempo il Passo delle Erbe e poi il durissimo Plan de Corones. Dopo un tira e molla (con Basso che ha pilatescamente abdicato al ruolo di portavoce del gruppo, investendone il fido scudiero Lombardi), l'organizzazione è andata incontro ai corridori, annullando il passaggio sul Passo delle Erbe. Pur storcendo il naso, e con negli occhi le immagini viste in tv della neve sull'ascesa finale, i girini sono partiti; purtroppo la situazione al traguardo, anziché migliorare come era previsto dal meteo, è andata peggiorando. E così è arrivata la decisione più sofferta: niente Plan, per questa volta, e arrivo anticipato al Passo Furcia, 5,5 km più a valle. Il Furcia, una salita non proprio morbida (qui Cunego vinse nel 2004), ma tutt'altro sapore rispetto a quello che si pregustava. La tappa, fatalmente sminuita, ha visto Pérez Cuapio tirare il collo al gruppo sin dalle prime rampe del Furcia. Come da copione, tra i primi a staccarsi Di Luca e Savoldelli (minato da un'allergia che non gli dà pace). Stavolta, però, c'è la lietà novità di un Cunego non imballato come sulle ultime salite affrontate: Damiano resiste benino per un buon tratto, poi Pérez dà un'altra sgasata e il Piccolo Principe si stacca, ma non va alla deriva, stavolta resta in zona, addirittura alla fine sorpassa Simoni, che era più avanti di lui. La lotta di vertice intanto era ridotta ai soliti noti: i Saunier contro Basso, con la presenza pertinace e ogni volta inattesa di Gutiérrez Cataluña: ogni giorno si dice che lo spagnolo salterà, ma lui è sempre lì coi migliori, avvinghiato al secondo posto in classifica. Alla lunga, Simoni non ha retto il ritmo di Pérez Cuapio, e ha dato ancora il via libera al suo compagno Piepoli. Nonostante il passaggio a vuoto, il trentino guadagna in classifica la posizione che Savoldelli perde. Ai 2 km Piepoli e Basso se ne vanno insieme, il pugliese collabora e Ivan non sprinta e gli lascia la vittoria di tappa, la seconda in questo Giro. L'uomo in rosa gioca a fare il modesto: «Su queste pendenze credo che Leonardo mi avrebbe staccato, se non fosse stato cancellato il finale»; ma certo non gli dispiace per il taglio di percorso: «Ero consapevole che la giuria avrebbe scelto bene». Oggi da Sillan a Gemona del Friuli 210 km accidentatissimi, in attesa dei tapponi: ma, realisticamente, in questo si salvi chi può generale, c'è qualcuno che possa attaccare Basso?