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È finita l'era dei figli di papà

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È un vero e proprio decalogo quello emanato ieri dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Il presidente dell'Authority Catricalà ha incontrato ieri mattina il commissario straordinario della Figc Guido Rossi e nel tardo pomeriggio il ministro dello Sport Giovanna Melandri. A entrambi, Catricalà ha illustrato le conclusioni stilate dall'Antitrust a conclusione dell'indagine conoscitiva per rendere più libero il mercato. Conclusioni che si sostanziano in dieci regole, tra le quali l'eliminazione dell'albo dei procuratori sportivi, la riduzione delle esclusive, la cancellazione delle penali in caso di revoca della procura e la recisione di tutti i conflitti d'interessi tra agenti e parenti fino al secondo grado. È finita, quindi, l'era dei figli di papà. Da oggi i vari Alessandro Moggi e soci avranno vita molto dura. Le linee guida illustrate dall'Autorità dovrebbero essere recepite nel nuovo regolamento degli agenti all'esame dei vertici della Federcalcio. L'analisi svolta dall'Antitrust, si legge in un comunicato, «ha evidenziato come il Regolamento agenti della Figc contenga previsioni che non trovano alcun riscontro nel Regolamento della Fifa. Tale previsioni sono suscettibili di condizionare in maniera significativa la condotta degli agenti di calciatori sul mercato, così da ostacolare le opportunità di confronto concorrenziale tra gli operatori e da favorire comportamenti collusivi». Il Regolamento della Figc solleva diversi problemi di natura antitrust in merito a: vincoli all'accesso della professione; standardizzazione dei rapporti contrattuali agente-calciatori; clausole leganti; inidoneità delle attuali previsioni in materia di conflitto di interessi a garantire pari opportunità agli agenti attivi sul mercato. Le soluzioni proposte dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato che dovrebbero essere presto recepite dal commissario della Figc Rossi sono quindi le seguenti: 1) abolizione dell'albo degli agenti; 2) riduzione delle esclusive agenti-calciatori; 3) abolizione delle penali in caso di revoca del mandato; 4) maggiore libertà contrattuale; 5) abolizione delle clausole che introducono termini di scadenza nel contratto di procura; 6) maggiore libertà di scelta dei calciatori; 7) creazione di un effettivo confronto tra gli agenti che operano sul mercato; 8) eliminazione dei conflitti d'interessi; 9) eliminazione della possibilità per l'agente di rappresentare contemporaneamente sia calciatori che allenatori; 10) eliminazione di tutte quelle norme che «ingessano» il mercato. Secondo l'Antitrust, l'attuale situazione di mercato risulta «caratterizzata da un lato da una certa flessibilità delle quote di mercato degli operatovi e, dall'altro, dalla presenza, tra i primi di essi, di soggetti connotati da specifici rapporti di parentela con esponenti di rilievo di società di calcio professionistiche», si apprende dalla note diffusa dall'Authority, secondo la quale, le attuali disposizioni Figc «rendono vischiose le dinamiche concorrenziali tra i soggetti attivi sul mercato». L'inchiesta portata avanti dalla Procura di Roma sulla Gea mira proprio ad accertare se si siano poste in atto condotte atte a configurare illecita concorrenza, associazione per delinquere e violenza. Dalle intercettazioni telefoniche affiorano, inoltre, proprio quei rapporti di parentela citati dall'Antitrust e che caratterizzerebbero uno degli aspetti più peculiari della «cupola moggiana» e dell'intero status quo ante del sistema calcio. L'Antitrust auspica che la Figc possa presto recepire nel Regolamento sull'esercizio dell'attività di agenti di calciatori i rilievi indicati. Gli emendamenti proposti a Rossi e alla Melandri, secondo Catricalà, possono contribuire a ripristinare le condizioni per un corretto funzionamento del mercato. Senza più figli di papà, senza più commistioni tra calciatori e allenatori e tra dirigenti di società e procuratori sportivi. Dan. Dim.

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