Ascoltata anche la Garufi, dello staff di Moggi. Oggi tocca a Bergamo
Mentre il Consiglio superiore della magistratura si muove a passo di carica e convoca i pm partenopei per lunedì: vuole conoscere il nome della presunta «talpa» all'interno degli uffici giudiziari di Napoli, che avrebbe fornito informazioni sulle inchieste in corso ad alcuni degli indagati e la cui esistenza trapela con evidenza dalle intercettazioni contenute nell'informativa dei carabinieri del Nucleo operativo di Roma. Quello della fuga di notizie è un argomento scottante per i magistrati inquirenti, anche in riferimento alla continua pubblicazione di atti di indagine da parte degli organi di informazione, che a dire degli investigatori nuoce gravemente agli sviluppi e agli esiti delle indagini. Tanto che gli interrogatori in corso sono stati «blindati». In particolare quello lungo e delicato svoltosi ieri fino a tardi negli uffici della Procura di Napoli. I pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci hanno sentito quello che potrebbe rivelarsi un personaggio-chiave per il prosieguo dell'inchiesta. La sua identità è stata tenuta il più possibile nascosta dai magistrati inquirenti. Ed anche questa circostanza la dice lunga sull'importanza della sua deposizione. In mattinata, i pm napoletani avevano interrogato anche Silvana Garufi, persona considerata nell'entourage di Moggi, tanto che in più di un'intercettazione al suo nome è legato l'utilizzo di auto della polizia per accompagnarla insieme alla sua collaboratrice Flaminia dal dentista oppure a fare shopping o alla Rai. Gli interrogatori continueranno anche oggi: in calendario è prevista l'audizione dell'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo, uno dei due perni attorno a cui sarebbe ruotata la "piovra" di Luciano Moggi, in grado di condizionare gli arbitraggi delle partite clou del campionato di serie A 2004-2005. Ma l'interrogatorio di Bergamo potrebbe essere utile anche su un altro fronte: i pm partenopei vogliono sapere chi fosse la fonte misteriosa dell'arbitro Massimo De Santis, che al telefono con l'ex designatore parlava, nel novembre 2004, delle informazioni segrete sulle indagini napoletane avute da un personaggio che gli inquirenti ritengono essere un magistrato. Sul punto, nei prossimi giorni dovrebbero essere sentiti lo stesso De Santis e Martino Manfredi, collaboratore dell'ex designatore Gianluca Pairetto, al quale l'arbitro rivelava di essere stato tranquillizzato sull'esito dell'inchiesta dalla misteriosa toga partenopea ("Comunque tutto a posto, m'ha detto tre settimane e chiudono la fase delle indagini preliminari"). De Santis parla anche di cravatte e pile della Fifa regalati all'influente magistrato. È soprattutto su questi aspetti che il Consiglio superiore della magistratura vuole vederci chiaro. La prima commissione, quella che si occupa di incompatibilità ambientale delle toghe, ha convocato per lunedì a Palazzo dei Marescialli sia i pm Narducci e Beatrice sia Franco Roberti, il procuratore aggiunto che coordina le indagini. Al Csm interessa anche la posizione delle toghe intercettate o citate nelle telefonate (anche se non sono indagate). Si tratta del giudice di Massa Carrara Cosimo Ferri, del procuratore aggiunto di Torino Maurizio Laudi, del pm torinese Antonio Rinaudo, del Procuratore di Pinerolo Giuseppe Marabotto.