Rossi applaude la Lazio «Stagione super»
Accompagnato dalla sua signora, l'allenatore della formazione biancoceleste si presenta sul palcoscenico con un abito gessato e la cravatta rossa: ha appena finito di fumare l'ultima di una serie interminabile di sigarette. «È stata una stagione lunghissima, abbiamo iniziato il 28 giugno scorso per affrontare il torneo Intertoto ed abbiamo concluso il campionato solo domenica scorsa. Ci sono stati diversi momenti particolari, alcuni molto belli, altri un po' meno. Io personalmente ricordo la partita di ritorno con la Roma: perdere il derby in questa città non è il massimo della vita, ma in quel momento la squadra ha ritrovato la forza necessaria per ripartire ed arrivare fino in fondo. Ho avuto a disposizione un gruppo meraviglioso: i ragazzi si sono dati completamente a me, hanno lavorato con grandissima professionalità. Sono riusciti ad andare oltre ogni più rosea previsione ottenendo una qualificazione in coppa Uefa che, all'inizio, neppure il più ottimista poteva auspicare. Siamo stati molto bravi: all'inizio della stagione è fuor di dubbio che ci fossero squadre più attrezzate della nostra, con ambizioni decisamente differenti rispetto a quelle della Lazio». Il tecnico ringrazia il pubblico con quel solito velo di timidezza che lo contraddistingue, poi racconta un aneddoto particolare. «Prima di arrivare a Roma credevo che l'esperienza di allenatore fosse identica ad ogni latitudine - spiega il tecnico biancoceleste - del resto, il campo di gioco è 105 metri per 65 da tutte le parti e si gioca ovunque undici contro undici. Ma arrivato qui, dopo pochi giorni sono stato invitato dal sindaco Veltroni in Campidoglio: e lì, ammirando il Foro Romano, mi sono reso conto che allenare a Roma non è esattamente come allenare da un'altra parte». Le inchieste e le Procure hanno travolto il calcio italiano: dopo un anno stressante ed intenso, l'allenatore, per forza di cose, parla anche della situazione attuale. «Questo premio ha per me un significato particolare, importante: in questo momento il mondo del calcio è nell'occhio del ciclone - ha concluso Delio Rossi - nelle prossime settimane, nei prossimi mesi ci saranno prima i giudizi dei magistrati, poi arriveranno quelli da parte dell'Ufficio Indagini della Federazione. Se fossi tra le persone indagate non mi preoccuperei tanto dei giudizi penali o di quelli sportivi, ma soltanto del giudizio morale della gente». E la gente è dalla sua parte: lo saluta, lo ringrazia, gli chiede foto ed autografi. Per ripetere una stagione del genere anche lui, forse, ci metterebbe la firma.