Rossi sull'acqua di Shangai rianima la Yamaha: sua la pole provvisoria
Piove, senza sosta, anche sul circuito che giace ai margini del cuore pulsante della grande metropoli cinese. È un tracciato faraonico quanto disertato. Zeppo solo di acqua e pozzanghere. Di pubblico nemmeno a parlarne: dieci bandierine e una quindicina di ombrelli aperti su un paio di chilometri di gigantesche tribune colorate. Ma su quel nastro grigio e fradicio d'acqua, che lo stesso Valentino Rossi aveva definito sciocco e contorto, il re folletto è tornato a volare. Così, apparentemente da un momento all'altro. Nonostante le trappole e le insidie, nonostante i dubbi di una vigilia che lo aveva visto mettere le mani avanti e non promettere nulla più di un podio per la corsa di domenica. Invece è già lì. Solo. Davanti a tutti. Primo nelle libere della mattinata, primo ancora nel pomeriggio della MotoGp. Per il pesarese sembra essersi avverato il sogno che il Gp della Cina segni, una volta ancora, visto che lo scorso anno fù così, il giro di boa nella definitiva messa a punto della sua Yamaha tarantolata. È bastato a Rossi e al suo staff tecnico - l'idea è scattata da un'idea partorita dal tecnico delle sospensioni - smontare e rimontare l'ammortizzatore posteriore per capire che era quello il nocciolo di tutti i problemi. Da lì nasceva il saltellamento del retrotreno, da lì venivano proiettate sullo sterzo le fastidiose vibrazioni che la moto gialla numero 46 pativa e trasmetteva alle braccia del suo pilota. Punto, si volta pagina nel garage di re Valentino. Addio al famigerato 'chattering', tanti saluti agli avversari. Riesce a guidare come voleva, ha riferito di aver ritrovato, come non mai, il giusto feeling con il mezzo. E il risultato delle prove, ottenuto tra l'altro utilizzando la nuova gomma anteriore Michelin a larga sezione che non riusciva a montare prima d'ora, non inganna. Nelle gomme ha ritrovato, dopo l'opaca Turchia, una nuova risorsa Loris Capirossi. Non è un mistero che le coperture Bridgestone lavorino bene in condizioni di freddo e sul bagnato e l'imolese è riuscito a far da ombra a Rossi. Realizzando il secondo miglior tempo assoluto della prima giornata di prove. A poco più di tre decimi e mezzo di secondo da Valentino. Con le stesse gomme ha rimesso le ali anche la Suzuki dello statunitense John Hopkins, autore del terzo miglior crono davanti all'altra rossa guidata dallo spagnolo Sete Gibernau. Il compagno di squadra di Capirossi avrebbe potuto limare qualche decimo in più sul giro se non avesse sofferto di problemi di appannamento alla visiera del casco. Quinto s'è piazzato l'americano Nicky Hayden, con la prima delle Honda, di un soffio davanti a un Marco Melandri veloce ma a corrente alternata. Sempre più dello spagnolo Daniel Pedrosa, deludente nelle prime libere della mattinata, che lo hanno visto concludere addirittura quindicesimo, e poi settimo nel turno pomeridiano, giusto alle spalle del ravennate. Nelle prime prove ufficiali della quarto di litro non ha brillato il forlivese Andrea Dovizioso, solamente sesto. La pole-position provvisoria è finita nelle mani di Anthony West. L'australiano della Aprilia ha preceduto di soli 133 millesimi di secondo il giapponese della Honda Yuki Takahashi e lo spagnolo Jorge Lorenzo, su Aprilia. Quarto s'è piazzato il francese Sylvain Guintoli. Dopo la ramanzina che si sono beccati dal direttore di gara per le sportellate di Istanbul, Alex De Angelis s'è piazzato settimo, il non meno testardo e attacca brighe iberico Hector Barbera ha concluso ancora più indietro, undicesimo. Da show una scivolata in mattinata di Alex Baldolini. Il pesarese è caduto, restando attaccato al manubrio e scivolando in ginocchio per un centinaio di metri fuori pista. La provvisoria pole della 125 è stata appannaggio di Mika Kallio. Il finlandese della Ktm ha preceduto con discreto margine lo spagnolo della Aprilia Alvaro Bautista e il Ceco della Derbi Lukas Pesek. Quarto