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Si dimette anche Mazzini

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Sento dunque l'esigenza di uscire da ogni equivoco». Con queste parole Innocenzo Mazzini ha motivato le dimissioni dalla vicepresidenza della Federcalcio, annunciate stasera al presidente del Coni Petrucci, al vicepresidente vicario della federazione Giancarlo Abete e al consiglio federale. Le telefonate di Mazzini con Moggi erano state intercettate nell'ambito dell'inchiesta di Torino, i cui atti erano stati consegnati alla Figc nel marzo scorso dopo l'archiviazione della procura torinese. «Avverto l'inquietudine di tanti dirigenti, in particolare di quelli provenienti dal mondo dei dilettanti e del settore giovanile - prosegue Mazzini in una lunga dichiarazione - dal quale rivendico con orgoglio la mia provenienza. Nel profondo rispetto che mi lega a tutti i settori del mondo del calcio sento dunque l'esigenza di uscire da ogni equivoco in ordine a ciò che è sempre stato il mio modo di intendere le istituzioni sportive; lascio quindi la carica di vicepresidente federale e rassegno le dimissioni con effetto immediato». Mazzini coglie anche l'occasione per sottolineare «nell'ambito degli incarichi da me ricoperti, gli importanti risultati raggiunti in questi anni nella lotta al doping come riconosciuto da Coni, Wada Uefa e Fifa, nonchè quale responsabile operativo del Club Italia i brillanti obiettivi della qualificazione anticipata ai mondiali di Germania della Nazionale A, la vittoria ai campionati europei under 19, la partecipazione ai mondiali under 17 e le belle imprese legate all'Under 21. È del tutto naturale che una così articolata attività federale mi abbia portato ad avere rapporti più o meno intensi, professionali e personali, con innumerevoli operatori del mondo sportivo. È innegabile, infine, che quanto sta accadendo abbia prodotto una lacerante ferita al mondo del calcio minandone profondamente la credibilità. Le mie dimissioni, ma anche il mio impegno futuro, sono certo che potranno servire a favorirne il recupero».

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