Ai giallorossi serve un'impresa ma è giusto sperare
A me sfugge, francamente, il significato della parola vergogna, sul quale qualcuno potrebbe far luce. Per esempio, leggo sulla Gazzetta una lettera quasi indignata del legale di Innocenzo Mazzini, che rivendica il diritto del suo assistito di esprimere disistima nei confronti del suo presidente, attualmente ex. In genere, esistono istituzioni precise all'interno delle quali esternare sentimenti forti, con coraggio. Però il vicepresidente della Figc si è rivolto, per parlare male di Franco Carraro, a Luciano Moggi: segno che lo considerava, come molti paventavano, un punto di riferimento importantissimo nel panorama dello sport nazionale. Ancora: arbitri in rivolta, però sotto interrogatorio. Qualcuno domandi a Dattilo come abbia fatto ad arbitrare in Serie A, Ho visto con i miei occhi il fischietto di Locri contare accuratamente i passi su una punizione, con pallone piazzato esattamente al centro della lunetta dell'area. Ritenevo che anche i bambini piccoli sapessero che da quel punto al disco del rigore ci sono esattamente nove metri e quindici. Bene, non contento dei passi contati, Dattilo ha portato la barriera oltre il disco del rigore, roba da radiazione senza appello, però quell'arbitro a Moggi era gradito, chi si azzarda a contraddire un personaggio di quel calibro? Dunque, torniamo all'evento agonistico, che forse maggiore fascino si sarebbe guadagnato se ad affrontare l'Inter al Meazza, dove la Roma tornerà domenica per il capitolo conclusivo del campionato, fosse salita una squadra meno rabberciata di quella attualmente a disposizione di Spalletti. Fuori per squalifica Mexes, Taddei e Perrotta, mica tre pincopallini, Trefoloni ha colpito con mirabile precisione nello gestire i cartellini gialli. Poi c'è Aquilani infortunato, Nonda ancora in bacino di carenaggio, De Rossi tuttora con la febbre addosso, ce la farà ma inevitabilmente debilitato. E l'Inter, con un organico male assortito però maestoso, non è squadra alla quale si possano concedere tanti vantaggi. Già altre volte Spalletti e i suoi hanno prodotto miracoli, stasera si può chiedere un'altra prova di grande dignità e di feroce impegno, logicamente contro pronostico. Guarito dall'attacco influenzale che gli aveva negato il rientro contro il Treviso, Francesco Totti ci sarà: in panchina, ma forse anche in campo, nella speranza che non debba rischiare troppo, ma il tecnico sa il fatto suo e gli eviterà situazioni di disagio. Un'impresa molto ardua, alla resa dei conti, però la Roma ha dimostrato più volte di non conoscere il vocabolo «impossibile». Sperare è giusto.