Lippi: nessun timore per la Nazionale
È quindi sereno il ct azzurro perchè è convinto che la sua squadra non verrà indebolita da dimissioni e avvisi di garanzia perchè «ha tutto quello che le serve per fare un grande mondiale». Lippi non vuole sentir parlare di alibi. «Non cominciamo a dire che manca qualcosa - spiega - perchè abbiamo tutto quello che ci serve per fare bene e quindi c'è grande convinzione di fare un grande mondiale». A Milano per diventare ambasciatore di un'iniziativa benefica della Fifa con Sos Italia per costruire villaggi per bambini in difficoltà, Lippi ammette che l'intera vicenda delle intercettazioni telefoniche è «certamente non positiva per quello che riguarda l'immagine del calcio italiano, ma la nazionale è un' altra cosa: è un gruppo - aggiunge - che ha già dimostrato grande compattezza, serenità, voglia di lavorare insieme e fiducia e non credo che subirà assolutamente alcuna influenza negativa da tutto questo. Anzi, ci sarà qualcosa in più». Ieri Franco Carraro lo ha chiamato per comunicargli la sua intenzione di dimettersi ma «bisogna evitare che quanto sta succedendo venga considerato un alibi. È chiaro ed evidente - spiega - che tutto questo, se non fosse successo, sarebbe stato meglio. Ma siccome è successo, facciamo in maniera che non incida assolutamente per niente sulla nazionale e sono sicuro che sarà così». Nessun commento sulla Gea, società per cui lavora il figlio Davide, Lippi rimane sereno anche quando gli viene ricordato il coinvolgimento di Luciano Moggi nello scandalo intercettazioni ed esprime «profonda stima e affetto» non solo verso il dg bianconero ma nei confronti di tutta la Juventus. Sull'argomento intercettazioni interviene anche Delio Rossi. «La credibilità si riacquista solo attraverso la trasparenza. Messa così, invece, sembra che ci siano delle cose occulte. Non ho idea di come andrà a finire questa vicenda, il calcio giocato ne entra solo di riflesso. Ci sono ancora indagini in corso. Io però mi preoccuperei innanzitutto dell'opinione morale della gente più che del resto. Penso che per ripartire bisognerà prima azerrare tutto». Così il presidente dell'Inter, Facchetti. «Credo che le dimissioni di Carraro siano dipese dalla circostanza che ci sono dei fatti molto gravi. Non so i motivi veri ma è stato un atto coraggioso. Abbiamo sfogliato solo le prime pagine. Io però, contrariamente a Mancini che è stato molto duro già dall'inizio, aspetto di sapere cosa c'è in fondo». La Figc è responsabile per aver taciuto sulle intercettazioni così a lungo? «Se le hanno tenute per così tanto tempo avranno avuto i loro motivi. Non so se Moggi sia l'unico colpevole. Bisogna chiedere a chi ha già visto tutte le carte». L'Inter ha la coscienza a posto? «Cosa dovrei dire...». «Sono cose che si sapevano». Cristian Chivu non usa mezzi termini per commentare quanto sta emergendo nel mondo del calcio con le intercettazioni telefoniche. «Non mi sono fatto un'idea, noi siamo una squadra con la coscienza pulita. Scendiamo in campo solo con il pensiero di giocare a calcio: e lì non ti rendi conto di quello che succede. Comunque non siamo noi a dover giudicare». Così come non sembra, al difensore, che possa essere messa in dubbio la forza della Juventus. «Come squadra ha una tradizione che nessuno mette in dubbio. Giocando contro di loro non ho mai avuto la sensazione di avere di fronte qualcosa più grande di me? Sì, Ibrahimovic - scherza - che è molto più alto di me...».