Internazionali, il giovane spagnolo ha sconfitto all'esordio Moya
Stasera l'azzurro, che ha battuto Murray, affronta il campione in carica
L'incontro clou della seconda giornata era certamente il derby di Majorca tra Rafael Nadal e Carlos Moya anche perché al recente torneo di Miami era accaduto che Moya, che negli ultimi tempi non ha ottenuti grandi risultati al di fuori della conquista del cuore di Flavia Pennetta, riuscisse a vincere anche piuttosto facilmente. Ieri anche se la partita alla fine l'ha vinta, nel rispetto dei pronostici e della classifica Nadal, si è capito come un incontro tra due giocatori che si conoscono molto bene possa offrire situazioni imprevedibili. Nadal aveva 12 anni quando Moya ha vinto il Roland Garros, logico che il loro rapporto (amichevole e corretto come si è visto anche ieri) ne sia influenzato. Comunque è stata una buona partita. Moya, dopo essere stato dominato nel primo set, ha vinto il secondo ma per farlo ha dovuto portare il gioco su ritmi eccessivi che all'inizio del terzo set non è riuscito a mantenere. Staccato di un break (1 a 4) Moya ha avuto la possibilità di rientrare in partita ma sul 2 a 4 Nadal ha annullato una palla break con l'unico ace della partita. Il segno di una grande classe, che molti confondono con lo stile ed è invece la capacità di fare le cose difficili ed importanti nei momenti che contano. La giornata degli italiani è iniziata con la buona prova di Alessio Di Mauro, il più forte tennista siciliano di ogni epoca, contro l'inglese Tim Henman, che non è più quello che andava sempre in semifinale a Wimbledon ed una volta addirittura in semifinale al Roland Garros ma è sempre giocatore di esperienza e di qualità. Di Mauro ha giocato quasi alla pari ma nei punti decisivi la differenza di nascita tennistica si è fatta sentire. Fabio Fognini aveva destato interesse e fatto nascere qualche illusione quando si era qualificato battendo un aspirante campione come Djokovic. Ieri però è stato ridimensionato dallo svedese Thomas Johansson, uno che ha vinto un Australian Open ma che rientrava dopo qualche mese di inattività. Fognini è stato in partita fino al tie-break del primo set, ha perso qualche buona opportunità poi ha ceduto nel secondo set. Non avevo mai visto giocare Simone Bolelli ed anche se ha perduto dallo spagnolo Verdasco devo dire che mi ha fatto un'eccellente impressione. Rovescio ad una mano, dritto penetrante, buona attitudine in campo. Filippo Volandri sulla terra era certamente favorito nei confronti dello scozzese Andy Murray ma oltre a rispettare il pronostico mi pare che Volandri, che avevo visto giocare maluccio a Montecarlo, ha disputato una buona partita. Lo rivedremo questa sera contro Nadal, un incontro che il nostro giocatore può disputare senza alcuna pressione. Come si suol dire non ha nulla da perdere. A conti fatti il bilancio italiano a conclusione del primo turno è di 3 sconfitte e 6 vittorie. Sono rimasti in corsa Volandri, Starace e Galvani ed a guardare il tabellone, pur volendo sperare in qualche miracolo, forse Galvani, che affronta il mancino Rusedski, è quello che ha le maggiori possibilità di passare. Personalmente non ho mai dato troppa importanza al problema (importantissimo) del doping non perché io ne giustifichi l'uso e l'abuso ma perché mi sono convinto che, per usare un'espressione tennistica, il doping batta l'antidoping per 6-1, 6-1. In altre parole non credo che lo sport abbia la possibilità di vincere la sua santa battaglia contro il peggiore e più diffuso tipo di truffa che lo sta avvelenando. Ciò premesso mi chiedo come sia possibile che ci siano giocatori che da una stagione all'altra, qualche volta da un mese all'altro, possano avere impressionanti cadute di rendimento. Ieri ad esempio hanno perso con punteggi netti uno dopo l'altro quattro giocatori di qualità, due vincitori di prove del Grande Slam (Ferrero e Gaudio) uno come Coria che ha perso di un soffio la finale del Roland Garros (e l'anno scorso quella di Roma) e Grosjean, che nei tornei dello Slam vanta quattro semifinali su tre superfici diverse. Sol