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di ALESSANDRO AUSTINI IL MERCATO della Roma parte dalle conferme.

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Fra questi c'è Chivu. Ieri il romeno ha messo in chiaro le sue intenzioni. «Non ho mai pensato - spiega il difensore - di lasciare questa squadra. Mi trovo benissimo qui e il mio futuro a Roma non è mai stato in dubbio. C'è disponibilità, sia da parte mia che della società, a prolungare il contratto». Domani, a Milano, i manager Becali e Pretti e la società inizieranno a discutere l'aspetto economico dell'accordo. La Roma è intenzionata ad offrire un contratto fino al 2011, con ingaggio a salire fino a 2.5 milioni di euro netti. Ma la decisione definitiva sul budget da investire per Chivu verrà presa al termine del campionato. Il dato più confortante emerso finora è la promessa fatta dal giocatore e dai suoi agenti: non intendono sfruttare il regolamento Fifa che permetterebbe al difensore di liberarsi a fine anno dalla Roma per una cifra vicina a dieci milioni di euro. «È una cosa - assicura Chivu - che non potrei mai fare. Dopo tre anni di contratto con una società, c'è di mezzo l'immagine del giocatore ma anche il riconoscimento a un club che mi ha dato una mano. Sono state tre belle stagioni che non possono essere buttate via così. Non riuscirei a dormire tranquillamente se facessi una cosa del genere». Fiducia nel progetto e nella squadra. Il romeno carica l'ambiente in vista della finale di domani. «È una partita aperta, in cui può succedere di tutto. Giocare una finale è una cosa che non capita tanto spesso e vincere qualcosa vuol dire rimanere nella storia. Troppe assenze? No, perché abbiamo dimostrato di giocare bene anche senza elementi importanti come Totti che è il nostro leader. Rispetto all'anno scorso siamo più sereni e abbiamo più possibilità di vincere la Coppa». Nel duello tra Roma e Inter in campo ci sarà anche Chivu. «Sto molto meglio rispetto ai giorni passati e penso di recuperare. Non mi sono mai tirato fuori e non lo farò mai. Anzi, qualche volta ci sono rimasto male perché ho dovuto fare turnover. Ma mi sono sempre tenuto tutto dentro e ringrazio i tecnici per come mi hanno gestito». Dagli obiettivi del presente a quelli del futuro. «Per competere con le grandi per lo scudetto - spiega il romeno - servirebbe l'arrivo di uno alla Abramovich che spende 200 milioni. Ma il gruppo e la società attuali hanno comunque una mentalità vincente. Con una rosa ridotta siamo arrivati in alto, con due-tre acquisti si può fare meglio. Quello della Roma sarà un futuro positivo e il nostro ruolo è quello di provarci fino in fondo». Chivu risponde senza peli sulla lingua a chi gli chiede quanto abbia pesato l'arrivo di Spalletti nel miglioramento della squadra. «Se ne parla da tanti mesi ma il merito è di tutti. Dalla società ai giocatori fino agli allenatori». Merito anche di Mancini e Mexes, altri due pezzi pregiati che la società vorrebbe blindare. Domenica a Milano Pradè dovrebbe incontrare Veloz, manager dell'esterno brasiliano che vorrebbe un adeguamento dell'attuale contratto. Il procuratore di Mexes è invece atteso a Roma dopo la fine del campionato. Nella vicenda del francese potrebbe pesare la clausola di rescissione presente sul contratto che però sarebbe valida solo dal 1 al 15 giugno. Una sorta di «finestra» concessa al giocatore per trovarsi un'altra sistemazione. Un po' come successe con Capello. Sulle tracce di Mancini c'è l'Inter che offrirebbe in cambio Pizarro. Moratti si è interessato anche a De Rossi ma a Trigoria considerano il mediano incedibile. Ieri Mancini ha assistito all'incontro tra Nadal e Moya al Foro Italico. C'era anche Spalletti, accompagnato dalla moglie e i due figli. Il tecnico è andato poi a trovare il presidente Sensi, alle prese con problemi di salute. L'ultima voce di radio-mercato: Ferrari alla Juve. «Non lo escludo» ha detto il procuratore Corci a Radioincontro.

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