di AUGUSTO PARBONI e SIMONE PIERETTI LA BOMBA giudiziaria è esplosa definitivamente ...
Un «ordigno» che ha colpito il direttore generale della Juventus poche ore dopo la deposizione di Stefano Argilli, il calciatore del Livorno ascoltato ieri pomeriggio dai magistrati romani. E proprio loro hanno deciso di inviare un avviso di garanzia a Moggi senior, indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla Gea. Una contestazione identica a quella che aveva già colpito il figlio, Alessandro Moggi, patron della Gea. Una bufera arrivata dopo giorni di battaglie nel mondo del calcio, smentite e accuse. Dopo però una serie di interrogatori e la visione delle ormai, purtroppo, famose intercettazioni fatte a Torino, la famiglia Moggi dovrà adesso fare i conti con la Giustizia. Secondo i pubblici ministeri della capitale Luca Palamara e Cristina Palaia, Luciano Moggi avrebbe avuto interessi comuni nella gestione dei calciatori, della compravendita degli stessi, con la Gea e avrebbe anche gestito stabilendo di fatto la posizione dominante nella'mbito del panorama calcistico nazionale. Procure, ufficio indagini della Federcalcio, inchieste ed interrogatori: dopo aver individuato la punta dell'iceberg, la magistratura ordinaria e quella sportiva si muovono di pari passo per cercare di far luce su quanto è emerso dalle intercettazioni telefoniche. Oltre a Stefano Argilli ieri i pm romani hanno ascoltato il direttore sportivo del club toscano Giorgio Perinetti. Il calciatore, oggi al Livorno, ha ribadito agli inquirenti quanto detto ai giornali, ribadendo il forte coinvolgimento di Luciano Moggi nell'indirizzare le scelte di mercato della società senese. «Ho ribadito quanto ho detto ai giornali, è andata bene, sono soddisfatto. È andato tutto come mi aspettavo» ha detto il giocatore all'uscita della procura di Roma. E subito dopo di lui, davanti ai pm si è presentato Perinetti. Il dirigente del Siena avrebbe smentito davanti ai togati il calciatore, escludendo il coinvolgimento di Moggi e della Gea nel mancato rinnovo contrattuale del centrocampista oggi in forza al Livorno. Simoni, ex allenatore del Siena, da tempo schierato contro il sitema calcio, ha ribadito il suo pensiero. «Come fa la Federcalcio a pensare che una società forte come la Gea non abbia la potenzialità per arrivare a condizionare le partite? Fui avvicinato da loro prima di andare a Napoli - ha ribadito Simoni - mi prospettarono situazioni importanti dicendomi che sarei dovuto diventare un loro assistito. Rifiutai perché non voglio avere dei doveri nei confronti di nessuno. Loro difendono bene gli interessi dei giocatori, ma poi quei giocatori è necessario anche comprarli? Se Argilli sostiene che la Gea abbia fatto il mercato del Siena, credo che questa possa essere considerata una verità. Non credo che Argilli abbia le prove per poter dimostrare che le sconfitte del Siena con la Juve siano dovute a qualcosa di strano. Argilli è un ragazzo splendido fatto passare per una persona poco seria». Oggi, intanto, il generale della Guardia di Finanza Pappa inizierà gli interrogatori per quanto riguarda l'Ufficio Indagini. Secondo alcune indiscrezioni, il primo personaggio che verrà ascoltato dovrebbe essere Pairetto, ex designatore arbitrale. Insieme a lui, nelle prossime ore verranno sentiti anche Bergamo, Lanese, e gli arbitri coinvolti nelle intercettazioni tra cui De Santis. Il fischietto di Tivoli, designato per rappresentare l'Italia al Mondiale, rischia di essere escluso, e quindi sostituito da Rosetti. Tutto dipenderà dal peso specifico che l'Uefa darà alla situazione emersa negli ultimi giorni. Intanto il generale Italo Pappa ha preso contatti con la Procura di Napoli per assicurarsi, appena possibile, i verbali delle intercettazioni relative all'inchista partenopea portata avanti dai magistrati napoletani Beatrice e Narducci. L'iscirzione di Luciano Moggi comunque è probabilmente soltanto la prima di una lunga serie.