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Ora Lotito deve spendere sul mercato

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Perché fra intercettazioni telefoniche e metastasi varie non riesce quasi a emozionarci più la vecchia favola dei gol realizzati e subiti nel contesto di contrapposizioni vibranti. E noi laziali, ultrà o semplici osservatori, dopo aver creduto invano all'avvento di un club stellare propagandato da Giorgio Chinaglia, dobbiamo riconoscere che in quest'ambiente irrespirabile servirebbero subito tanti moralizzatori come Lotito, pignolo gestore ancora avversato da una vasta frangia della tifoseria biancoceleste. Perché oltre ai guai settimanali che rischiano di sgretolare il sistema, si è aggiunta la stangata su Long John, mito barcollante già accusato di aggiotaggio e ora nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli per riciclaggio aggravato. Chinaglia si discolpa, smentisce e minaccia di fare i nomi di chi l'ha usato da intermediario per una trattativa sempre nebulosa, ma l'ultima disavventura rischia di cancellare dalla scena biancoceleste l'ex centravanti dello scudetto 1974. Così, piaccia o meno, Claudio Lotito resta il vincitore morale di un duello al vertice più virtuale che effettivo, più immaginato che scandito da vicende reali, mentre i fan inconsolabili di Giorgione proprio non riescono a metabolizzare l'evidenza e continuano nella loro donchisciottesca battaglia contro i mulini a vento. Certo, allontanato il «pericolo Chinaglia», il presidente in carica dovrà provvedere a ricompattare la tifoseria, operazione non impossibile se riuscirà ad allestire una squadra spettacolare e competitiva anche per la prossima stagione mettendo mano al portafoglio. Qui vanno sostituiti degnamente Liverani e Dabo, salvo procedere con intelligenza verso la riconferma dell'idolo Paolo Di Canio, nonostante gli umani malumori derivanti dal grande rapporto d'affetto che esiste fra l'attaccante del Quarticciolo e i ragazzi della curva. Tutto superabile se Lotito mostrerà la signorilità, il buon senso e lo stile per andare oltre, valutando esclusivamente l'ottimo rendimento stagionale del trentottenne leader in discussione. Poi, si spera nella conferma dei superstiti migliori e dell'accoppiata da 24 reti (finora) Rocchi-Pandev, senza mortificare l'esigenza irrimandabile di almeno tre acquisti mirati, uno per ogni reparto. Saprà cogliere Lotito la grande occasione di diventare presidente dell'intera lazialità grazie a comportamenti azzeccati? Intanto arriva l'appuntamento di Ascoli, dove Delio Rossi esibisce 14 punti in classifica in più rispetto all'anno scorso e una squadra e che va in gol da nove partite consecutive (19 reti). A guardar bene, Lazio e Ascoli sono le sorprese 2005/2006 rese possibili dalla creatività delle rispettive guide tecniche e dal coraggio con cui sono stati imposti alcuni giovani di prospettiva. Nessuno, nell'agosto scorso, prevedeva il boom di Delio Rossi e Giampaolo (senza dimenticare Silva), davvero determinanti nell'inatteso raggiungimento degli obiettivi prestabiliti. Alla Lazio già in Uefa e sesta in solitudine tocca chiudere in bellezza, privilegiando nella circostanza qualche elemento finora poco utilizzato. C'è voglia di un rendezvous che diverta la gente e del quinto blitz dei ragazzi di Formello. Evento pronosticabile, visto che l'Ascoli non vince da sette turni (4 pareggi e 3 ko) e non ottiene l'intera posta dal 12 marzo, quando superò la Roma 3 a 2. Sì, proprio i giallorossi, che dettero l'ultimo dispiacere a Delio Rossi nel radioso girone di ritorno!

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