Rebus Lazio

Entro la fine del campionato avrà modo di incontrare il presidente Lotito per cercare di trovare un accordo: in ballo c'è il futuro del numero uno laziale che prima di mettere un prezioso autografo su un contratto biennale vuol conoscere i programmi della società. «Mi auguro che il presidente Lotito faccia una squadra competitiva - ha dichiarato Peruzzi ieri mattina nel ritiro della nazionale alla Borghesiana - la squadra si è conquistata sul campo la qualificazione in coppa Uefa, adesso è necessario costruire una rosa adeguata per affrontare tutti gli impegni che la Lazio dovrà affrontare nella prossima stagione. Non si può partire con pochi giocatori, serve un organico ampio fatto di giocatori validi». Ha le idee chiare Peruzzi: ha voglia di continuare a giocare, si diverte ancora e ha ancora voglia di divertirsi. Ma prima vuol conoscere il programma che ha in mente Lotito. «Sono legato alla Lazio e non ho preso in considerazione l'idea di altre squadre. Per adesso penso alla nazionale, anche se le gerarchie sono ben definite: Buffon è il titolare. Io vivo con orgoglio la possibilità di vivere un Mondiale a 36 anni. Con il presidente Lotito ci siamo sentiti anche ieri - martedì n.d.r. - vivo questa situazione con tranquillità, il pensiero del nuovo contratto di certo non mi toglie il sonno». Le offerte non gli mancano, ma vorrebbe chiudere la carriera in biancoceleste con una squadra competitiva: non ha nessuna voglia di continuare ad andare in giro per l'Italia per essere preso a pallonate. Il futuro? «Non ho ancora deciso, lo farò prima della fine del campionato. Timore per il futuro? Prima di fare delle considerazioni vorrei aspettare un po' di tempo: fino ad oggi sono andati via due giocatori, magari fra due giorni ne arrivano altri quattro. Di Canio ha fatto un'ottima stagione, fosse per me lo riconfermerei, ma decide il presidente. Io avrei tenuto anche Liverani e Dabo che invece, nella prossima stagione con ogni probabilità andranno altrove». Un altro giocatore che potrebbe cambiare casacca è Oddo. Anche ieri il calciatore ha ribadito l'ambizione di giocare in una grande squadra in grado di potergli garantire la massima ribalta a livello europeo. «Ogni calciatore vorrebbe giocare in una squadra importante, disputare la Champions League, vincere qualcosa. Io prigioniero della Lazio? No. Quando ho sottoscritto il contratto credevo in questa società. Successivamente ci sono stati dei problemini che adesso sembrano risolti: poi è normale che ognuno abbia delle ambizioni importanti. Non sarò io a decidere il mio futuro: ho ancora due anni di contratto con la Lazio, se la società decide di tenermi, resto a Roma». Nella capitale, obtorto collo. «Un giocatore ha sempre bisogno di stimoli nuovi, ed il mio potrebbe anche essere quello di far parte di una squadra pronta a lottare per un traguardo importante. Nel calcio ci sono state tante storie di giocatori considerati fortissimi, indispensabili e che, magari, restando contro voglia, sono diventati inutili. È chiaro che la Lazio non mi può offrire la possibilità di giocare in Champions League, ma ci sono anche altre cose importanti». Nel club azzurro, tra i laziali regna un certo timore: il pericolo di un imminente smantellamento della squadra è concreto. «Il pericolo c'è - conclude Oddo - è davanti agli occhi di tutti. Ci sono tante comproprietà e molti prestiti, ma in società ci sono dirigenti competenti che avranno già un'idea sul mercato e sul futuro. Di Canio? È un giocatore importante come tutti gli altri: se ha fatto quel tipo di esternazioni avrà avuto i suoi motivi».