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Settantatre giorni dopo il brutto infortunio alla caviglia Totti torna ufficialmente in campo Ma andrà solo in panchina

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Di fronte Roma e Inter, ancora una volta come lo scorso anno. Stessa finale, stessa sequenza: l'andata si giocherà all'Olimpico. Stasera. Troppi gli spunti che riportano al doppio match dello scorso anno, troppi per far finta di nulla. L'Inter che si presenta di nuovo nella capitale per salvare (?) una stagione, la Roma per vincere almeno qualcosa dopo aver sfiorato (ora servirebbe davvero un miracolo) l'obiettivo primario: la qualificazione alla Champions League. Ma stavolta c'è Spalletti, variante anomala che può cambiare le carte in tavola nonostante le dichiarazioni della vigilia «l'Inter è meglio di noi». Il tecnico toscano alla sua prima finale (lo scorso anno sulla panchina giallorossa c'era Conti salvatore della Patria in una stagione da dimenticare) ha forgiato un nuovo gruppo e la sua Roma ha già mostrato di poter fare tutto e di più. Ha meso ul campo il goco migliore, strappato applausi ovunque. Ma ha anche fatto vedere i suoi limiti caratteriali e di tenuta. C'è ancora molto da fare, tanto da lavorare: per il futuro. L'altra variante è il rientro di Totti, di nuovo convocato nelle fila giallorosse settantatrè giorni dopo la «falciata» di Vanigli. Non giocherà, starà lì a far morale in panchina perché Spalletti sa bene che il «suo» capitano non è ancora pronto per tornare a fare sul serio. E proprio sulla sua presenza il toscano farà leva per sbloccare una Roma che sembra incagliata su se stessa, che dimostra di non saper più vincere. Sette gol realizzati in due partite, altrettanti incassati. Due partite praticamente vinte e riaperte inspiegabilmente da una sorta di autolesionismo, di sonnolenza mentale che ha portato i giallorossi per lunghi tratti lontani dal campo. E stavolta a ricordagli che si tratta di una finale, ci saranno settantamila romanisti a incitarli. L'Olimpico è praticamente tutto esaurito (a ieri sera erano ancora disponibili solo poche Monte Mario) e ha voglia di tornare a vincere qualcosa. Dall'altra parte del campo l'Inter che ha forse quasi più bisogno della Roma di questo successo. Mancini, che per vincere ha avuto a disposizione mezzi illimitati, rischia di portare a casa ancora volta «solo» la Coppa Italia. Un risultato piccolo piccolo (ammesso che poi ci arrivi) per una corazzata del calcio italiano: una delle «grandi». Tutto secondo programma, sempre fedeli alla linea che sbagliando, si continua a sbagliare. Moratti decide per tutti e la scelta, già fatta (almeno verbalmente) di tenere Mancini e «cacciare» Adriano, parla da se. E per togliere il gran capo dall'imbarazzo il prode Mancini ha pensato bene di fare a meno del brasiliano (lo scorso anno sua la doppietta all'Olimpico che decise praticamente tutto). Incredibile ma vero Adriano sarà in panchina: Spalletti ringrazia commosso. Ed è solo l'inizio...

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