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Juventus alla resa dei conti

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Così, in questi giorni circola la battuta che a Siena sia nata una nuova contrada: quella della Zebra. Mimetizzatasi bene, visto che i colori sono gli stessi della città e della squadra, ma a qualcuno questa ulteriore invasione di bianconero piemontese non è piaciuta granché: c'è chi pensa che sia meglio avere uno stopper in autonomia che un Legrottaglie in prestito, per esempio. Per essere definita contrada (succursale, dicono quelli che usano una maggiore dose di peperoncino) della Zebra, tuttavia, Legrottaglie non basta. Infatti in Toscana quasi mezza squadra appartiene, per intero o per metà, alla Juventus: Tudor e Volpato (fuori causa per infortunio), Legrottaglie appunto, poi Mirante, Paro, Gastaldello, Molinaro, Guzman, il giovane brasiliano Packer, diciannovenne arrivato anche lui in prestito dalla Vecchia Signora. E in panchina, come vice di Gigi De Canio, l'ex capitano juventino Antonio Conte. Non basta: la società è gestita da Giorgio Perinetti, storico alleato di Luciano Moggi (hanno anche lavorato assieme a Torino per un paio d'anni), lo stesso De Canio è tutelato dalla Gea così come i calciatori Bogdani e Camolese, il preparatore atletico è Gian Piero Ventrone, ovvero il marine che curava i muscoli negli anni degli scudetti di Lippi. E poi c'è Paolo De Luca, presidente della società, il quale non ha mai nascosto la sua amicizia con Moggi ma che ha (ovviamente) promesso non ci saranno regali. Dulcis in fundo - ma qui siamo davvero a livello di coincidenze - va rilevato che lo stesso Moggi è nativo di Monticano, ovviamente in provincia di Siena. Con queste premesse, sarebbe davvero strano se oggi la Juve inciampasse (a proposito: in campionato la Signora ha battuto i toscani cinque volte su cinque) e permettesse al Milan di avvicinarsi ulteriormente: De Luca & C. - con la benedizione di Monsignor Gaetano Rutilo, 61 anni, parroco della Cattedrale di Siena, unico prete d'Italia nel consiglio di amministrazione di una società di calcio: si occupa di attività sociali e solidarietà - hanno promesso lealtà nei confronti del campionato e battaglia vera. Chissà. Di sicuro, in classifica i bianconeri di Toscana sono messi bene ma non ancora matematicamente salvi: i sei punti di vantaggio sul Messina, a tre gare dalla fine, sono una buona garanzia ma non regalano ancora certezze. Al di là di chi scenderà in campo (dubbi Cannavaro ed Emerson: gli altri saranno tutti al loro posto, con Ibrahimovic favorito su Del Piero), la Juve cercherà comunque i tre punti: dovesse arrivare solo un pareggio, la Signora sarebbe obbligata a vincere le restanti due partite, contro Palermo e Reggina, da giocarsi con il cuore in gola.

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