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Attenti al pericolo del troppo facile

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Ma il calcio non è una scienza esatta, e le predizioni che sembrano più facili il più delle volte riescono a trasformarsi in una sorta di harakiri per gli scommettitori. Ne sa qualcosa la Lazio, che alla fine del Novecento perse uno scudetto che sembrava vinto, per non parlare del Lecce (anche allora, come oggi, appena decaduto in B), la cui storica vittoria contro la Roma datata 20 aprile 1986 decretò la fine dell'era Eriksson a Trigoria. Senza dimenticare l'1 a 0 patito dal Milan allo stadio via del Mare lo scorso primo d'aprile: quei tre punti persi rappresentano il gap che oggi separa la banda-Ancelotti dalla Juventus. E' vietato distrarsi, come ha ordinato in settimana Delio Rossi, perchè fra poco dentro lo stadio Olimpico ci sarà tutto da perdere e niente da guadagnare. E servirà lo stesso furore agonistico espresso otto giorni fa contro la Juventus per non sciupare il primo match point a disposizione per la conquista del sesto posto. Ne deriva una Lazio che per una volta non dovrà neanche affidarsi alla cabala, dimenticando che le sedici trasferte dei pugliesi a Roma le hanno fruttato 11 vittorie e appena 5 divisioni della posta e che nelle ultime otto gare i dipendenti di Formello hanno sempre violato la porta avversaria (18 reti). Del resto anche il Lecce, seppure con una produzione offensiva minore (11 gol) ha fatto altrettanto negli ultimi 9 turni, realizzando il record stagionale di marcature consecutive. Senza poi calcolare che ora Vucinic ha perfino un motivo in più per disputare una grande partita proprio nel corso di questo pomeriggio: sogna l'aggancio a Chevanton (30) sulla vetta dei marcatori leccesi di tutti i tempi nella massima serie. Con lo scopo di supportare il balcanico Paleari ha scelto Pinardi e Konan causa l'assenza dello squalificato Ledesma, elemento che potrebbe rientrare nei piani di Claudio Lotito, patron sorridente al termine di una settimana di conferme e colpi di scena a lui favorevoli. Perché la posizione finanziaria del club ha fatto registrare un saldo attivo di 14,8 milioni di euro e perché alle indagini della Procura di Roma in merito alla scalata di Giorgio Chinaglia ai vertici della società si sono aggiunte anche quelle della Procura di Milano. Serve un ultimo, piccolo impegno, quello di concentrare la vitalità negli ultimi 270 minuti. A cominciare da oggi, ovviamente, dimenticando perfino il fallo commesso da Fabio Cannavaro ai danni di Mudingavy e non punito dal signor Paparesta, le indiscrezioni di mercato e i dissapori fra dirigenti che non vogliono vendere ed ex centravanti che vorrebbero acquistare. Nessuno tiferà per la Roma, impegnata allo stadio Bentegodi contro il Chievo, anche se oggi una Lazio vincente potrebbe conquistare l'Europa con due settimane d'anticipo sulla chiusura del torneo proprio in concomitanza di un blitz romanista. Giocherà Liverani, recuperato nelle ultime ore, e al suo fianco Zauri, rispolverato nel ruolo di mediano causa le contemporanee indisponibilità a centrocampo di Firmani, Mudingay e Dabo, mentre Behrami e Mauri saranno gli esterni di fascia. Con Peruzzi fra i pali e la difesa-base (Oddo, Siviglia, Cribari e Belleri), al signor Rossi resta l'unico e ormai consueto dubbio per il ruolo di vice-Rocchi: Di Canio è questa volta il favorito, con Pandev pronto a subentrare alla prima occasione. Questo pomeriggio serve la decima vittoria casalinga per cominciare a progettare il futuro. Con buona pace dei salentini e di chi sogna di vedere un nuovo, storico trionfo del Lecce alle pendici di Monte Mario.

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