di PAOLO AVESANI SIAMO alle solite.

Al momento di decidere la data in cui il campionato di A1 si dovrebbe interrompere per la preparazione della Nazionale ai mondiali giapponesi di novembre 2006, si è scatenata la bagarre. Mercoledì il comunicato Fipav annuncia lo stop per l'8 settembre, dichiarando un accordo con Fivb, Cev e la Lega. Nemmeno il tempo di leggere la nota, e l'organismo che rappresenta i Club replica seccato, prendendo atto «con stupore, sconcerto ed irritazione dell'odierno comunicato stampa della Fipav» e smentendo qualunque accordo. La data concordata sarebbe, secondo la Lega, il 15 ottobre. E si parla di «compromesso» accettato «per spirito di collaborazione», perché un'interruzione del torneo di quasi due mesi sarebbe nociva «per gli interessi del pubblico, degli sponsor, delle televisioni e dei media in generale». Il resto sono insulti e minacce. Il giorno seguente interviene il Presidente Federale Carlo Magri. «La nostra non è stata una decisione presa unilateralmente, ma è giunta dopo mesi di confronti e dialoghi, in cui era chiaro a tutti che la decisione finale sarebbe spettata alla Federazione». Secondo Magri la Fipav lo ha fatto anche questa volta chiedendo all'Fivb lo slittamento della World League 2007. Morale? La Lega risponde che se ne riparlerà nell'assemblea del 4 maggio; e che, comunque: «spetta esclusivamente alla Lega Pallavolo Serie A decidere quando rilasciare gli atleti alla Nazionale, nel rispetto dell'Fivb Sport Regulations". Ma la Nazionale non era un bene da salvaguardare?