IL RITIRO
A 36 anni e mezzo finisce così la carriera del più grande discesista italiano di tutti i tempi: dopo tanti dubbi, quando è arrivata la conferma che macchine e team erano pronti per la sua nuova avventura, Ghedina ha deciso di darsi ai motori. Da sabato farà sul serio in due campionati diversi: nel campionato italiano Superturismo, Ghedina debutterà a luglio nel Gran Premio del Mugello al volante della Bmw 320 che Zanardi ha guidato lo scorso anno e che è stata poi acquistata dal Team 05 di San Marino. Sabato invece, sul circuito francese di Magny-Cours, inizierà invece la sfida più difficile con la Lola del Team Bigazzi nel Campionato Formula 3000 International Masters: «Era un treno che passava - ha spiegato Ghedina - ed era giusto prenderlo, anche perché correre in macchina è sempre stato il sogno della mia vita. Gli acciacchi e i tanti dolori alla schiena mi hanno convinto a lasciare lo sci, ma la porta per tornare in quel mondo da allenatore sarà sempre aperta». Resterà comunque sempre uno sciatore, l'Italjet Ghedina, capace di vincere la sua prima gara di Coppa del mondo nel 1990 a Cortina, sulla pista di casa, e di raccogliere poi altre dodici vittorie (28 podi complessivi), tre medaglie mondiali e il record di 166 gare in Coppa del Mondo: «La coppa di specialità e una medaglia olimpica sono due traguardi che mi mancheranno sempre - ha poi ammesso l'ampezzano -. Ma ho vinto tanto e spero di rimanere un buon esempio per tutti i giovani». Peccato, aggiungiamo noi, anche per la mancata medaglia di Torino 2006. Non è andata come tutti avrebbero voluto - lui per primo -, ma il Ghedo resta il Ghedo e, tra le tante altre cose, sarà ricordato per essersi esibito nel 2003 a Kitzbuehel in una spettacolare spaccata in volo sulla Streif: unica, indimenticabile.Dom. Lat.