JUVENTINO ANCORA NEL MIRINO
Cannavaro chiama Mudingayi. Rossi: intimidatorio e recidivo
Delio Rossi, dispiaciuto per l'ennesimo infortunio occorso al suo calciatore, torna sull'intervento a piedi uniti del difensore costato la frattura della tibia a Mudingayi, accusando fortemente di slealtà il capitano della nazionale (ieri ha chiamato il congolese al telefono poco dopo la mezzanotte per scusarsi): «Mi è sembrato un fallo intimidatorio, di avvertimento, sia per la posizione di campo sia per il minuro di gioco in cui è avvenuto. Mi dispiace molto, anche perchè falli di questo tipo ne ho visti anche all'andata. Mi avrebbe fatto piacere che Cannavaro avesse chiesto scusa sia all'andata che al ritorno ma questo purtroppo non è successo. Paparesta? Ha arbitrato applicando due pesi e due misure. È stato eccessivamente fiscale, forse anche giusto nei confronti di Dabo, ma non si è comportato nello stesso modo con Del Piero, che ha usato parole non delicatissime nei suoi confronti. Se uno è suscettibile lo è sempre. La verità è che certi giocatori sono più tutelati di altri». Con un differente metro di giudizio arbitrale la Lazio avrebbe potuto giocare alla pari con la Juventus per tutto il corso dell'incontro. «Credo che l'1-1, per come è andata la partita, sia un risultato giusto. Alla fine abbiamo pareggiato con una grande squadra, ma mi sarebbe piaciuto giocarcela undici contro undici». Messe da parte le scorie della partita al Delle Alpi la Lazio sarà chiamata domenica prossima all'ultimo grande sforzo contro il Lecce (privo del gioiellino Ledesma): «Sarà la gara più difficile del campionato, tutt'altro che scontata. Non voglio cali di tensione. Mi auguro che i tifosi capiscano questa situazione e vengano numerosi allo stadio. La Roma in una gara del genere nell'86 ha perso uno scudetto. Il Lecce? Sono molto dispiaciuto che sia retrocesso, sia per la società che per la sua gente ma oggi sono l'allenatore della Lazio e ho un obiettivo da raggiungere».