Juve, faccia a faccia Capello-Ibrahimovic
anche se qualcuno ha già voluto interpretare la scenetta come l'ufficializzazione del prossimo siluramento dello svedese. Difficile, non fosse altro perché prima di domenica tutto può ancora succedere e non parrebbe intelligente incupire un giocatore con tanto anticipo. Più facilmente, Capello avrà rivolto al suo attaccante raccomandazioni del tipo «stai calmo, il gol prima o poi arriverà, l'importante è che tu lavori per la squadra e con la squadra». Quell'altro, che non ha mai fatto della pazienza e dell'umiltà le sue doti migliori, avrà ascoltato con un misto di attenzione e di sbuffi tenuti faticosamente a bada. Quattro parole però servivano e probabilmente non saranno le uniche della settimana: la Juve deve avvicinarsi al match in programma domenica a Siena con la mente sgombra. Più che da allenatore, allora, Capello dovrà comportarsi da fine psicologo. Uno come Ibra, poco abituato a certe pressioni e giovane di suo - non va dimenticato che lo svedese è nato nel 1981 -, magari necessita più di altri un supporto, un mezzo aiuto, visto che non segna dal 18 febbraio. Poi, elemento da non trascurare, ci sono anche le sirene di mercato e questo benedetto rinnovo del contratto che non arriva: Raiola, manager del giocatore, e Moggi assicurano che non c'è problema e che si vedranno presto per siglare il nuovo patto d'amore sulla base di un quadriennale. Il nodo restano i soldi: la Juve non intende spingersi oltre i 4-4.5 annui - cifra percepita dai big della squadra -, Ibra ne pretenderebbe addirittura 5.5-6. Si vedrà. Ieri, comunque, allenamento intenso per tutti tranne che per Emerson e Buffon, rimasti a guardare. Nella doppia partitella, tanto per cambiare, Ibra è rimasto a secco: proprio non è periodo. Per la cronaca, le reti sono state segnate da Nedved (2), Vieira, Del Piero e Trezeguet.