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Palpita di nuovo il cuore grande di Maranello

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Dopo la delusione di Sepang e il tonfo di Melbourne, la Rossa ha ritrovato l'appuntamento con la pole position, ancora con Schumi, già protagonista nelle qualifiche della gara inaugurale del Bahrein. La Scuderia di Maranello, dunque, ha sfruttato come meglio non avrebbe potuto la pausa di tre settimane intercorrente tra la gara australiana e la prima prova europea, in quella Imola che è il suo tradizionale anfiteatro. Ha, infatti, presentato una 248 F1 rivoluzionata nel pacchetto aerodinamico, oltre che ad essere spinta da un motore più evoluto. Praticamente una nuova monoposto, tale da esaltare le doti del sette volte campione del mondo. Molti, troppi, sostenevano che Schumacher fosse «bollito», ritenendolo corresponsabile della crisi in cui era precipitata la Ferrari. Un giudizio certamente frettoloso, smentito dalla grande prestazione di ieri del fuoriclasse tedesco, cui vanno i favori del pronostico per il Gran Premio di questo pomeriggio. Con una macchina del genere la Ferrari avrebbe potuto monopolizzare la prima fila, ma il discontinuo Felipe Massa ha commesso qualche errore di troppo nei giri decisivi, capace di conseguire soltanto il quarto tempo. Da vedere se in gara sarà in grado di rifarsi, dimostrando di essere un pilota da top-team. Al di là della resurrezione della Ferrari, la grande sorpresa di giornata è arrivata dalla Honda, che scatterà davanti sia alla Renault, sia alla McLaren-Mercedes. Davvero notevoli i progressi della squadra giapponese, tant'è che, oltre al solito Button, ha brillato persino Barrichello, finora un'ombra impalpabile. Ma la verifica sul reale potenziale della vettura, in netto progresso, verrà soltanto dalla corsa, in quanto nei precedenti Gran Premi, dopo avere ben figurato nelle qualifiche, non ha lasciato tracce significative nel corso delle gare. Netto passo indietro, invece, della Renault. Fisichella non ha addirittura superato il secondo round di eliminazione, per eccesso di sicurezza: errore del pilota, ma anche da parte del box nella strategia. Alonso, dal canto suo, non è andato oltre la terza fila. Darlo, però, per spacciato sarebbe una valutazione superficiale. Sulla carta, più di Button, sembra essere l'uomo in grado d'impensierire Schumacher. Imprevedibile, poi, la modesta prestazione della McLaren. Chi ne conosce i segreti garantiva che dall'Europa, come la scorsa stagione, avrebbe sbalordito. Per quel che si è visto ieri apparirebbe vero il contrario e ha stupito anche che Montoya sia stato più veloce di Raikkonen. Indubbiamente è una squadra che sta pagando le troppe tensioni interne. A quella che potrebbe diventare una grande malata della Formula 1 si contrappone una Toyota alla riscossa, in cui lo Schumacher minore ha fatto nettamente meglio del nostro Trulli. Gli enormi investimenti e il recente ricambio di tecnici forse sono sul punto di offrire i primi frutti.

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