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Ora il Milan ci crede

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E che, adesso, dopo il pareggio interno della Juve con la Lazio, strizza ulteriormente l'occhio al tricolore. Nelle rimanenti tre giornate di campionato, i rossoneri potrebbero centrare una storica impresa dato che non è poi così impossibile recuperare tre punti alla squadra bianconera così in crisi soprattutto dal punto di vista atletico. Ma, al «San Filippo», nonostante Ancelotti abbia centrato davvero una vittoria importantissima, perde tre pezzi nell'arco di soli ventisette minuti: Kakà per una contusione al ginocchio destro, Nesta per un fastidio agli adduttori e il solito sfortunato Ambrosini. Fattore questo che, a tre giorni dal ritorno da brividi del «Camp Nou» di Barcellona, lascia il tecnico di Reggiolo con un l'amaro in bocca dato che le speranze di recuperare il talento brasiliano e il centrale difensivo sono scarse. Problemi, nel finale, anche per Cafu e Shevchenko. Oggi si saprà qualcosa di più. Contro Ronaldinho e company servirà però il miglior undici rossonero: comunque, ieri, discrete indicazioni sono arrivate da cosiddetti rincalzi come Rui Costa e Jankulovski, apparsi veramente molto tonici e che potrebbero essere le sorprese da opporre ai fortissimi blaugrana. Questo Milan, ora, con il sogno scudetto nel cassetto, volerà in Spagna con il morale a mille e, dunque, la prima impresa stagionale, quella di accedere alla finale di Parigi, non sarà così impossibile da raggiungere. Se la squadra di Rijkaard sarà affrontata con lo stesso spirito, la stessa determinazione, e la stessa ferocia sfoggiate in Sicilia, Ancelotti può stare abbastanza tranquillo. L'allenatore milanista, dopo lo svantaggio iniziale firmato da Sculli in cooperazione con la goffaggine di Dida e a seguito dei tre infortuni, ha visto la sua squadra reagire con grinta, vogliosa di portare a casa i tre punti. I rossoneri hanno pareggiato i conti al 32' con Jankulovski abile nel concludere alla perfezione un'azione creata da Seedorf e Serginho. Il Milan, con il vento in poppa e gasato dal gol di Rocchi a Torino, effettua il sorpasso sui giallorossi allo scadere del primo tempo quando Gattuso scaglia un tiro velenoso da 25 metri che sorprende Storari. A seguire l'espulsione di Nocerino che lascia il Messina in dieci. Si va al riposo. La ripresa è caratterizzata, più che altro, da altri tre cartellini rossi(Sculli, Aronica, Seedorf) che confermano quanto detto dall'allenatore milanista sul nervosismo e, talvolta la cattiveria, mostrate dai siciliani. Di spettacolo se ne è visto poco, con gli ospiti bravi nell'amministrare il vantaggio e a chiudere qualsiasi discorso all'89 quando Seedorf pressa Aronica soffiandogli la sfera per poi servirla al liberissimo Gilardino che segna a porta vuota il diciassettesimo centro stagionale. A fine gara, poi, brutta reazione dei tifosi messinesi che, in polemica con squadra e società, hanno dato il là alla classica squallida contestazione con tanto di lancio di fumogeni e tentando l'assalto agli spogliatoi. Tanta paura ma, per fortuna, nulla di particolarmente grave. Adesso il Barcellona. Domenica prossima il Livorno. Sognando l'accoppiata vincente. Come nel 1994, quando il Milan, allora allenato da Fabio Capello, dopo aver conquistato anticipatamente lo scudetto, vinse la Champions battendo in finale un certo Barcellona.La storia si ripeterà?

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