Frattura alla tibia per Mudingayi
La tibia della gamba destra del giocatore fa crac, stagione finita. L'arbitro Paparesta si limita a sanzionare l'intervento del difensore juventino con un semplice calcio di punizione. Nessun cartellino, nessun richiamo verbale. Se qualcuno si chiede ancora perché mai il fischietto non è stato scelto per rappresentare l'Italia al Mondiale, la risposta viene in mente con una certa facilità. Il giocatore laziale cade a terra in lacrime, viene portato fuori dal terreno di gioco dal dottor Petrucci. Ai bordi del campo c'è Rossi che lo invita ad alzarsi, a stringere i denti. Il giocatore si rialza, ci prova, ma dopo pochi istanti si avvicina alla panchina e chiede il cambio. Dall'altra parte Cannavaro continua la partita fino al novantesimo: fedina «penale» immacolata, nessun cartellino giallo. Sembra di rivivere la stessa storia della sfida dell'andata giocata all'Olimpico il 17 dicembre 2005: intervento a forbice su Behrami che esce dal campo prima dell'intervallo. In quell'occasione l'arbitro Pieri di Genova fece riprendere la partita con un fallo laterale in favore della Lazio, senza neppure concedere un calcio di punizione, nè tanto meno sanzionare l'intervento con un cartellino. Trauma distorsivo al collo del piede destro con lesione dei legamenti del perone e del legamento collaterale. Solo per un caso del tutto fortuito Behrami evitò di andare sotto i ferri per un intervento chirurgico. Lo svizzero restò fuori per 47 giorni. Ieri a Torino stessa tipologia nell'azione di gioco di Cannavaro che ha messo fuori causa Mudingayi: un intervento recidivo che chiude anzitempo il campionato del laziale. Al termine della partita lo juventino si è presentato nello spogliatoio della Lazio per chiedere scusa a Mudingayi. Il mediano ha riportato la frattura scomposta del terzo distale della tibia destra: ieri sera si è sottoposto ad un intervento per ridurre la frattura. Ne avrà per un paio di mesi: tornerà in campo soltanto nella prossima stagione.